ROMA – Una vignetta disegnata da Milo Manara in cui il “neo beato” Karol Wojtyla รจ in paradiso circondato e abbracciato “calorosamente” a tre belle donne nude. Sotto la scritta: “T’hanno fatto Santo! E’ finita la pacchia!”. La vignetta รจ stata pubblicata il primo maggio sull’inserto satirico del Fatto Quotidiano, il Misfatto. Non potevano certo mancare le polemiche, stavolta arrivati degli stessi lettori del quotidiano che non condividono la linea del giornale. I commenti dei lettori sono arrivati in redazione e il Fatto Quotidiano ha risposto con questo comunicato:
Cari lettori, il nostro giornale ha, per pura coincidenza, un direttore e un vicedirettore che sono entrambi credenti. Peccatori, ma credenti. Non bigotti, ma credenti. Sapevamo bene che la tavola di Milo Manara sulla copertina del nostro inserto satirico avrebbe creato disagi anche forti in una parte dei nostri lettori. Disagio che rispettiamo. Eppure abbiamo deciso di pubblicarla ugualmente, per una serie di motivi:
1) La satira, da che mondo รจ mondo, se la prende con la politica, la religione, lโeconomia, il sesso e gli altri elementi fondamentali della vita dellโuomo. E lo fa, per sua natura, in modo urticante, corrosivo, controcorrente, eccessivo. Mai compiacente. Ma รจ satira, ribaltamento delle veritร precostituite, provocazione, paradosso, anticonformismo, e come tale va accettata o rigettata in blocco. Mai edulcorata.
2) Quando abbiamo deciso di arricchire il Fatto con un inserto satirico, ci siamo impegnati con chi lo realizza a non censurarlo mai, riservandoci soltanto il diritto di ripulirlo da volgaritร gratuite. Perchรฉ esistono anche volgaritร motivate, fondate (quando ci vuole ci vuole). A nostro avviso perรฒ la tavola di un grande pittore come Manara non รจ nรฉ volgare nรฉ gratuita. Manara ha passato la vita a disegnare bellissime donne cosรฌ come (per chi ci crede) sono state create. Il Paradiso lui lo immagina cosรฌ, anche per i papi: un luogo dove lโamore รจ libero e dove le donne sono creature meravigliose. Sono i suoi personalissimi angeli (riconoscibili dalle ali).
3) La satira sulla religione, nella fattispecie sui papi, non รจ appannaggio degli anticlericali, nรฉ tantomeno degli anticristiani. Dante Alighieri, cristiano doc, cacciรฒ allโinferno ben due papi: Celestino V, un uomo santo che perรฒ โfece il gran rifiutoโ, e Bonifacio VIII, molto meno santo, che era addirittura ancora vivo e regnante, ma Dante trovรฒ il modo di farne annunciare lโi mminente arrivo agli inferi. Se papa Giovanni Paolo II fu sicuramente un santโuomo, รจ legittimo e doveroso rammentare, proprio nel momento della beatificazione, le scelte politiche e โt e m p o ra l i โ controverse e anche sbagliate della Chiesa durante il suo lungo pontificato: la gestione opaca dello Ior, il salvataggio del suo amico Marcinkus, la visita a Pinochet, la mano dura contro i dissenzienti (Kung, teologi della liberazione), la scarsa attenzione al dramma dellโAids e allo strumento per prevenirlo (il profilattico) e cosรฌ via.
4) Non bisogna confondere lโi nserto satirico di un giornale con il giornale vero e proprio: il Fatto ha dibattuto ampiamente sulla beatificazione di papa Wojtyla, per esempio con un corposo forum fra lโateo Flores dโArcais e il credente Marco Politi (e oggi con le opinioni di Massimo Fini e ancora di Politi). E abbiamo mantenuto un atteggiamento sempre rispettoso, anche quando la critica ci pareva doverosa, nei confronti della Chiesa e soprattutto della religione.
5) La censura, per un giornale come Il Fatto che ha scelto come linea politica la Costituzione, รจ quanto di piรน odioso si possa immaginare. Anche quando la satira ci spiazza, ci disturba, ci rovina la digestione, non ci pare corretto nรฉ giusto censurarla. Altrimenti ci mettiamo sullo stesso piano di quei fondamentalisti islamici che lanciarono la fatwa contro un vignettista, reo di aver satireggiato il profeta Maometto.
Cari lettori, ci auguriamo di avervi, se non convinti, almeno illuminati sulle ragioni delle nostre scelte, magari opinabili ma sempre assunte in piena trasparenza e buona fede.
