Mentre Gianfranco Fini si becca le accuse di Storace per la casa a Montecarlo, la lady del presidente della Camera Elisabetta Tulliani si aggiudica il j’accuse dell’ex, Luciano Gaucci.
In pratica, secondo quanto scrive “Il Giornale”, l’ex presidente del Perugia rivuole indietro il paÂtrimonio che aveva affidato alla Tulliani quando stavano insieme “allorché dovette riparare a Santo DoÂmingo per le note vicende giuÂdiziarie”. Erano in tempi di amore, lui le intestò beni per milioni di euro. Ecco l’elenco: “un appartamento in via SardeÂgna, a Roma, composto da un attico al sesto piano; un terreÂno in località Colle Pantoni, sulla Prenestina, con annessi alcuni fabbricati; un terreno destinato a uliveto a CasaproÂta, vicino Rieti, di 2,5 ettari; un gruppo di immobili a Roma in zona Valcannuta (dove la TulÂliani abita oggi con GianfranÂco Fini) formato da cinque apÂpartamenti, altrettante soffitÂte, quattro box e tre posti auto scoperti.
Poi beni mobiÂli: “due Porsche, una Mercedes, un’Audi, una Mini Morris tutte intestate a Elisabetta Tulliani per un imÂporto complessivo di 500 miÂlioni di lire”. Poi dipinÂti di autori famosi “tra cui uno di Guttuso, un altro di De ChiÂriÂco e un terzo firmato da CamÂpigli (…) per un valore comÂplessivo di due miliardi di liÂre”. E ancora ci sarebbero le quote delÂla società di Viterbese calcio (nella quale Elisabetta ricoprì l’incarico di presidente) oltre a un orologio in oro e brillanti da 40 milioni, una collana di perle, una seconda collana in oro, bracciali in oro e altri preÂziosi.
Al tribunale di Roma ci sono, scrive ancora il Giornale, 14 pagiÂne dell’atto di citazione nel quale Gaucci “ha convenuto in giudizio Elisabetta TulliaÂni, Giancarlo Tulliani, FranceÂsca Frau (madre dei due TulÂliani, ndr ) e la società Wind Rose Srl”.
Gaucci quindi sarebbe stato costretto a instauraÂre con alcune persone rapporÂti di estrema fiducia “dovenÂdo a questi affidare non solo la gestione dei suoi affari e dei suoi beni mobili e immobili, quanto anche la intestazione fiduciaria dei beni che venivaÂno acquistati e destinati spesÂso a essere rivenduti per proÂcurarsi denaro liquido ‘in neÂro’, senza farlo passare dai biÂlanci, per ‘foraggiare’… i suoi innumerevoli rapporti”.
La Tulliani però ha sempre negato e anzi aveva già bacchettato il Giornale: “Quanto da voi attribuito al siÂgnor Gaucci è del tutto falso e gravemente lesivo della repuÂtazione dell’avvocato ElisaÂbetta Tulliani. Abbiamo riceÂvuto incarico di agire in giudiÂziÂo contro chiunque abbia inÂteresse a sostenere tale menÂzogna”.
Ma scrivono ancora gli avvocati di Gaucci: “Verso la fine degli anni ’90, quando la relazione sentimentale tra Gaucci e la Tulliani si presenÂtava piuttosto solida, le condiÂzioni economiche del Gaucci cominciavano invece a indeÂbÂolirsi e a traballare ed egli iniÂziava a sentire odore di crisi. Fu così che il Gaucci, per salvaÂguardare parzialmente il proÂprio patrimonio, contando, appunto, sulla solidità del rapÂporto di amore e fiducia che allora lo legava alla signorina Tulliani, decideva di mettere al riparo alcuni dei propri riÂsparmi investendoli nell’acÂquisto di svariati quadri di vaÂlore e anche di beni immobili, affidandoli e intestandoli a EliÂsabetta Tulliani e suoi familiaÂri o società all’uopo costituite con gli stessi familiari della Tulliani, senza minimamenÂte pensare all’ipotesi di poter essere, in futuro, ‘fregato’ dalÂla sua, all’epoca, fidanzata”.
Secondo l’atto d’accusa, “c’era un’apposiÂta ‘dichiarazione di fede’ firÂmata da Elisabetta Tulliani, nella quale ella riconosceva il suo ruolo di ‘prestanome’, ripagaÂta “con regalie di ogni tipo: gioÂielli, pietre preziose, brillanti, viaggi in località prestigiose, voli aerei, un orologio con brilÂlanti del valore di 40 milioni di lire, ecc, fino a spendere la ciÂfra di circa un miliardo di liÂre”.
Ma poi il Giornale chiarisce che “questa asserita dichiaraÂzione formalmente non esiÂste. Non è agli atti perché, stando ai difensori di LucianoÂne, «non più reperita a seguiÂto delle note vicende giudiziaÂrie di Gaucci, nelle quali proÂbabilmente è andata smarriÂta »”.
La Tulliani però ha sempre respinto questa ricostruzione dei fatti.