La giornalista di origine greca è oggi l’editrice di una redazione che supera i 1000 componenti, un numero superiore a quello di venerabili giornali come il Wall Street Journal e Forbes, quando solo qualche mese prima, gli uffici del Huffington Post ospitavano 70 giornalisti.
La nuova configurazione dell’Huffington lascia molti perplessi. Dai ranghi della nuova redazione trapelano malumori riportati maliziosamente dai blog rivali. A causa di un ego ipertrofico e di una smisurata ambizione, Arianna Huffington starebbe mettendo a rischio la fusione con Aol e starebbe preparando l’«implosione» del sito.
L’editrice, da sempre il capo «assoluto» da un punto di vista economico e dei contenuti, non sarebbe in grado di garantire il passaggio del giornale alle nuove dimensione. Il suo temperamento aspro e autoritario le sta creando numerosi nemici all’interno della stessa redazione. Solo per dare un idea del personaggio, si vocifera che negli studios di Hollywood gira un canovaccio del «Diavolo veste Prada» versione Internet 2.0, ovviamente ispirato ad Arianna Huffington, padre padrone del suo giornale.
Con una punta di malignità, il sito Gawker scrive che l’«ex donna mondana, ex ereditiera di un petroliere repubblicano, ex mistica new age, ex politica liberale, attuale editrice Internet ha un vero dono per farsi nemici.» Una lista di «nemici interni» sarebbe stata stilata dalla giornalista e sarebbe alimentata dai suoi più stretti seguaci all’inseguimento delle tracce di dissenso interno.
Quello che è certo è che la Huffington non ha mai lasciato qualcuno intralciare la sua strada e non comincerà ora a scendere a compromessi e a delegare le decisioni, proprio quando tanto potere è nelle sue mani. Solo il tempo saprà dirci se questo atteggiamento autoritario avrà dato i suoi frutti in una congiuntura industriale così delicata.