ROMA – Parte sabato 2 luglio la corsa ai saldi estivi, per la prima volta in contemporanea in tutta Italia. Una festa dello shopping che, secondo l’ufficio studi di Confcommercio, vedra’ una spesa da 274 euro a famiglia, 114 euro a persona, per un valore complessivo di 4,1 miliardi. Una festa per pochi, controbattono le associazioni dei consumatori, a cui partecipera’ una minoranza delle famiglie (il 37% secondo Federconsumatori) con una spesa ancora inferiore a quella dello scorso anno (sotto quota 160 euro secondo il Codacons, in calo del 10-15% rispetto all’estate 2010) tra rischi di imbrogli, sconti ”falsi” e avanzi di magazzino.
Guerra dei numeri a parte, la stagione dei saldi resta ”un momento quasi magico” ha detto il presidente di Federazione Moda Italia e vice presidente di Confcommercio, Renato Borghi, per i cittadini, perche’ possono concedersi qualche piccolo lusso in piu’, ma soprattutto per le imprese che hanno l’occasione per rimpinguare i bilanci, prevedono di realizzare in questi giorni l’11,9% delle vendite di tutto l’anno e vivono come una ”conquista” la data unica di inizio delle promozioni.
”La situazione dei consumi in generale, ma in particolare per l’abbigliamento permane difficile” continua Borghi. Nei primi quattro mesi di 2011, le vendite del settore hanno perso lo 0,3% scendendo poco sotto livelli dello stesso periodo del 2010, secondo l’Istat. Guardando invece al solo mese di aprile fa ben sperare il +2,6% rispetto al 2010: e’ il primo saldo mensile pienamente positivo dopo il -2,3% di marzo, lo 0,1 di febbraio e il -1,0% di gennaio.
Per orientarsi tra etichette e scaffali e’ necessario svelare alcuni falsi miti relativi alle vendite promozionali. Primo, non e’ vero che i prodotti scontati non possono essere cambiati, il Codacons spiega che in caso di prodotti difettati il negoziante e’ tenuto alla sostituzioni se il problema e’ segnalato ”entro il termine di due mesi dalla data in cui viene scoperto il difetto”.
Inoltre, nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante e’ obbligato ad accettare queste forme di pagamento. Confcommercio ricorda, invece, l’ obbligo per il negoziante di indicare sempre il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale e la possibilita’ di trovare in vendita anche capi appartenenti alle stagioni precedenti.