
L’Italia è il paese delle badanti. Ci si è già da tempo abituati a sentir pronunciare questa frase. Statisticamente, in effetti, si potrebbe dire che per una volta non si è di fronte a un luogo comune. Nella penisola le colf straniere sarebbero circa un milione e 400 mila. Il dato che però non emerge quasi mai è che di queste soltanto 700 mila, cioè la metà, sono iscritte all’Inps, e quindi possiedono un contratto regolare.
È quanto emerge dal “Terzo Rapporto European Migration Network Italia – Mercato occupazionale e immigrazione” a cura del Ministero dell’Interno e del Dossier statistico immigrazione. Lo studio, che sarà presentato a Roma, evidenzia come, stando ai dati dell’Inps, 4 donne immigrate lavoratrici su 10 sono inserite nel settore; “invece, secondo diverse indagini, il mondo delle colf avrebbe estensione doppia e coinvolgerebbe milioni di famiglie italiane. È risaputo” si legge nel rapporto, “che questo comparto si caratterizza per la notevole diffusione del lavoro sommerso e, in effetti, l’ultima regolarizzazione, destinata ad assicurare all’Inps un gettito contributivo ulteriore di oltre 400 milioni di euro, si è chiusa con 295.000 domande di assunzione”.
In Italia in tutto ci sono circa 2 milioni di stranieri regolarmente occupati, che hanno un tasso di attività superiore a quello degli italiani: la maggior parte è impiegata in mestieri di bassa qualifica, che sono quelli che hanno resistito meglio alla crisi economica.
Da quanto emerge sarebbero migliaia gli immigrati che vengono assunti per lavori stagionali o periodici. Fra questi, moltissimi lasciano il paese o continuano a viverci in clandestinità: l’1 luglio 2010 sono scaduti 154.026 permessi di soggiorno che non sono mai stati rinnovati.
*Scuola di Giornalismo Luiss
