SAN FRANCISCO – Sulla superficie di Marte sono presenti tracce di un minerale che prova indirettamente come nel passato sia stata presente acqua liquida nel sottosuolo, in condizioni potenzialmente favorevoli ad ospitare forme di vita. La scoperta, fatta dal veicolo automatico della Nasa, Opportunity, è stata presentata alla conferenza dell’American Geophysical Union a San Francisco.
Le tracce sono state identificate in una porzione del bordo del cratere Endeavour. La venatura studiata da Opportunity è lunga 40-50 centimetri e larga quanto un dito. Lo spettrometro montato sul braccio del rover ha rinvenuto importanti quantità di calcio e zolfo, presenti in un rapporto simile a quello del solfato di calcio, un composto che può esistere in diverse forme a seconda della quantità di acqua legata alla struttura cristallina del minerale. Dalle prime analisi, la sostanza presente sulla superficie marziana sarebbe una forma idrata del composto, probabilmente gesso. L’acqua avrebbe formato questo deposito dissolvendo il calcio contenuto nelle rocce vulcaniche.
Il minerale si sarebbe poi combinato con lo zolfo (filtrato anch’esso dalle rocce oppure portato dai gas vulcanici) e si sarebbe depositato sotto forma di solfato di calcio in una frattura del sottosuolo che col passare del tempo sarebbe arrivata a essere esposta sulla superficie del pianeta.
L’elevata concentrazione di solfato di calcio presente in questa venatura (battezzata con il nome di “Homestake”) si sarebbe formata in condizioni meno acide rispetto a quelle che avrebbero originato altri depositi di solfato scovati da Opportunity. ”Potrebbe essersi formata in un altro tipo di ambiente acquoso, più adatto per ospitare una grande varietà di organismi viventi”, ha commentato Benton Clark, esperto dello Space Science Institute di Boulder, in Colorado, che lavora nel gruppo scientifico che segue il rover Opportunity.