Vi sono anche dei frammenti ossei, che i medici legali dovranno analizzare per stabilire se siano resti umani o animali, fra i reperti trovati ieri in un pozzo, in un masseria di Montemurro (Potenza), nella zona dove, il 12 maggio 1975, fu vista per l’ultima volta Ottavia De Luise, la bambina di 12 anni, della quale non si hanno notizie da quel giorno.
I reperti, in particolare quelli ossei, proprio per l’importanza che potrebbero avere per chiarire il mistero della scomparsa della bambina, sono stati consegnati al professor Francesco Introna, che ha eseguito nelle scorse settimane l’autopsia sul cadavere mummificato e scheletrizzato di Elisa Claps (scomparsa il 12 settembre 1993), trovato il 17 marzo scorso nel sottotetto della canonica della chiesa della Santissima Trinità , a Potenza.
Introna ha lasciato oggi il suo dipartimento nell’Università di Bari e ha partecipato a Montemurro ai rilievi che la polizia scientifica ha cominciato ieri in paese, alla presenza anche del pm di Potenza, Sergio Marotta.
Oltre al prelievo dei reperti, la polizia sta controllando la zona dove De Luise fu vista dai testimoni con un georadar, uno strumento in grado di analizzare gli avvallamenti del terreno. Il georadar dirà agli investigatori se il terreno è stato mosso, permettendo quindi ricerche più approfondite, alla ricerca dell’eventuale tomba della bambina.