Probabilmente non lo sa neppure lui e continuerà a chiederselo mentre stasera andrà verso palazzo Grazioli all’appuntamento con Berlusconi per quello che lui considera un “educato commiato”.
Certo, se il distacco sarà totale e se sulla sua bicicletta elettrica si abbatteranno i fulmini dei berlusconiani genovesi, rimasti oramai senza leader e capi ( anche il capostipite Biondi ha preso le distanze e di Scajola non si può prevedere nulla) a Genova si prepara uno scenario nuovo. Avremo un senatore di destra iscritto al gruppo misto, molto critico sulla politica del governo non solo in tema di giustizia ma anche di mancate liberalizzazioni, pronto a scattare nella battaglia di Genova, se confortato dalle spinte trasversali che già si sono manifestate.
Gli uomini e i mezzi dell’ex sindaco Pd di Genova l’avvocato Giuseppe Pericu, primo cittadino per un decennio, scaricato pesantemente dalla sua sucessora, Marta Vincenzi, nel nome di una esasperata discontinuità, sono già pronti a correre con lui. Dell’adesione dei finiani non si discute neppure, anche se il prode Enrico non ha ancora svoltato verso di loro, i neocentristi pronti ad agglutinarsi nel partito della Nazione non vedono l’ora. E la prossima sfida di Genova potrebbe colorarsi di una novità assoluta. In fondo non è la città primogenita, con Milano, delle giunte di centro sinistra Dc-Psi negli anni Sessanta e non è la città che nel 1974 varò per prima le giunte rosse?