
ROMA – Non solo vagine sintetiche, ma anche nasi. Partendo dalle cellule della cartilagine nasale i ricercatori sono riusciti a ricostruire le narici e il naso di pazienti che ne sono privi. Unica differenza dall’originale, il colore della pelle trapiantata dalla fronte, che evidenzia la differenza tra il tratto di naso precedente e quello trapiantato.
Il metodo utilizzato dai ricercatori americani del Wake Forest Baptist Medical Center per ricostruire la vagina di 4 ragazze partendo dalle loro cellule genitali può essere riadattato anche per la ricostruzione del naso. Questo il lavoro dei ricercatori della University of Basel, in Svizzera, coordinato da Ivan Martin, scrive il Wall Street Journal.
Come la vagina, il naso è un organo con cavità , le narici, costituito da mucose e recettori sensoriali, quelli dell’olfatto, non facili da replicare. L’asportazione del naso, spesso dovuta a tumori anche della pelle o a traumi, e la sua ricostruzione sono già una pratica medica comune, ma richiedono dolorose e numerose informazioni.
La ricerca di Martin ha permesso, partendo dalle cellule del naso dei pazienti, di ricreare le narici dalla cartilagine dello stesso paziente. Le cellule prelevate dal naso vengono prima coltivate in laboratorio e quando la cartilagine è pronta, viene modellata sul profilo del paziente e impiantata.
Un particolare che permette di notare se il naso è stato ricostruito, spiega Martin, è il colore della pelle. Dopo l’impianto della cartilagine e la ricostruzione del setto nasale interno, al paziente viene trapiantata pelle prelevata dalla cute. Il metodo ad oggi è stato usato con successo su due donna e tre uomini tra i 76 e gli 88 anni, spiega Martin:
“La cartilagine prelevata funziona da impalcatura su cui, in 6 mesi, cresce lo spesso tessuto fibroso di cui è costituita la narice. Il naso ricostruito funziona esattamente come quello vero, ma c’è solo un piccolo problema cosmetico: prelevando la pelle dalla fronte, il colore è diverso dal resto del naso”.
