I tentativi della ‘ndrangheta di inserire candidati nelle liste della Lega in vista delle elezioni in alcuni comuni dell’hinterland milanese e le manovre per mettere le mani sull’Expo 2015. E’ quanto emerge in alcuni stralci di un rapporto antimafia di recente acquisito dalla Dda di Milano nell’ambito dell’inchiesta che ha decapitato i vertici delle cosche al Nord e che sarà pubblicato nel numero in edicola venerdì 19 novembre de ‘L’Espresso’.
Nel documento, definito ”inquietante” dal settimanale, spunta un dialogo intercettato nel 2009 dai carabinieri del Ros che però ”non ha nulla di penalmente rilevante”. La conversazione avviene tra un imprenditore, ritenuto dalla dda di Catanzaro ”un prestanome” al servizio del clan Arena di Isola Capo Rizzuto, e un maresciallo delle Fiamme Gialle (non indagato), stretto collaboratore del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri.
Durante la conversazione il maresciallo spiega di aver incontrato il parlamentare calabrese del Pdl Pino Galati: ”Ieri sera mi sono visto con Pino Galati… rimangono dei candidati in alcuni paesi… abbiamo la possibilità di candidare qualcuno noi?”. Ma l’operazione, secondo il servizio dell’Espresso, gravita ”sulla moglie del Galati” che, come scrivono gli investigatori, ”si identifica nell’onorevole Carolina Lussana, nata a Bergamo, eletta nelle liste della Lega Nord”.
Attraverso i due politici, imprenditore e finanziere, per il settimanale, ”studiavano il modo di inserire persone di fiducia nei municipi della provincia di Milano, paesi dove vive una folta comunità calabrese”. Il sottufficiale al telefono legge infatti ”un elenco di collegi”, Comuni dove si dovevano rinnovare le Giunte: Magenta, Cerro Maggiore, Cassano d’Adda, Pioltello, Sesto San Giovanni, Parabiago, Castano Primo.
Il presunto uomo della ‘ndrangheta si mostra entusiasta: ”Belli… belli… Bei collegi…”. Il dialogo prosegue: ”Non hai qualcuno là che…”. ”Che si interessa di politica sì… qualcuno che ha fatto il consigliere comunale pure a Cologno… Provo a sentirli…”. ”Vedi un po’ se riusciamo… noi… questa gente ci serve”. Si presume per ottenere appalti anche perché l’imprenditore lavora nel settore del movimento terra (”il grande business della ‘ndrangheta lombarda” spiega L’Espresso) e si lamenta di avere ”le macchine ferme”. ‘
‘Adesso cominciano i lavori di Expo – dice ancora l’imprenditore -, sai quanta merda porterà là sopra… Si torna come l’alta velocità… Se la mangiano subito… chi tiene cinque camion, chi resiste, chi arriva all’Expo”. E per far questo forse ha trovato chi lo può aiutare: ”Devo incontrare un costruttore grosso a Milano… Questo ha fatto la fiera di Milano… una parte dell’Expo ce l’ ha lui… Devo andare a parlarci ma deve venire uno dalla Calabria apposta, un pezzo grosso…”.