
ROMA – Un neurone artificiale realizzato con un polimero in materia plastica conduttiva che รจ in grado di trasmettere impulsi elettrici proprio come un neurone vero. Questo il risultato ottenuto dai ricercatori del Karolinska Institutet, in Svezia, e che รจ stato pubblicato sulla rivistaย Biosensors & Bioelectronics.
Il neurone artificiale รจ creato da un materiale in cui ci sono parti “viventi”, tanto da essere in grado di interagire con la cellula naturale. Giovanni Caprara sul Corriere della Sera scrive che aver creato un neurone artificiale costituisce un approccio del tutto nuovo:
“Finora si cercava di affrontare il problema trasmettendo dei segnali elettrici dallโesterno per cercare di ripristinare la funzionalitร ma la tecnica si รจ sempre rivelata piuttosto rozza perchรฉ la stimolazione va a disturbare in maniera indiscriminata tutte le cellule nervose dellโarea interessata comprese anche quelle non implicate nel disturbo. Inserendo un neurone artificiale si ripristina invece soltanto la zona del danno.
ยซIl prossimo passo che dobbiamo compiere โ nota Angela Richter-Dahlfors, professore di microbiologia e alla guida della ricerca sostenuta da varie istituzioni comprendenti il Royal Research Council e la Swedish Academy of Sciences โ รจ quello di miniaturizzare il prototipo in modo da renderlo adatto allโimpianto nel corpo umanoยป”.
I ricercatori ora, continua Caprara, avranno a disposizione uno strumento nuovo per affrontare con efficacia i disordini neurologici:
“E in un futuro immaginano di installare cellule artificiali nelle varie parti del corpo dove si siano manifestate delle anomalie ripristinando il funzionamento in modo del tutto automatico con un sistema di governo intelligente al loro interno, oppure facendo ricorso a una tecnologia wireless controllata dallโesterno.
Il gruppo di Angela Richter-Dahlfors lavora da molti anni sullโardua frontiera e giร nel 2009 aveva annunciato un primo parziale passo verso la meta dimostrando che la strada poteva essere percorsa. Sei anni dopo il risultato, sia pure ancora ristretto al laboratorio, sembra essere stato raggiunto. Naturalmente occorreranno altri anni per rendere la straordinaria possibilitร normalmente praticabile in un centro di cura. Ma lโobiettivo finale รจ ora meno arduo da raggiungere e soprattutto si apre una preziosa speranza”.
