Ha trovato la forza di incontrare quell”orco’ per l’ultima volta, nonostante si fosse giĆ confidata con i genitori, con i quali sarebbe andata poi nel giro di pochi giorni a denunciare tutto ai magistrati.
E a 14 anni da poco compiuti ha trovato il coraggio, nel corso di quell’ultimo incontro, di filmare di nascosto col suo telefonino le violenze che quell’uomo, un amico di famiglia che abusava di lei da quando aveva 9 anni, anche in quell’occasione l’aveva costretta a subire. La tenacia della ragazzina, che ha deciso cosƬ di fornire agli inquirenti prove certe delle terribili violenze subite sulla sua pelle, ha permesso ai magistrati prima di arrestare il pedofilo e poi di condannarlo a 8 anni e 4 mesi di reclusione, con rito abbreviato.
La sentenza ĆØ stata emessa dal giudice per l’udienza preliminare di Milano Luigi Varanelli, a conclusione dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Giancarla Serafini. La ragazzina, che vive in un comune alle porte di Milano, all’inizio dello scorso anno aveva visto in tv un servizio della trasmissione ‘Le Iene’ che riportava il racconto di una bambina vittima di abusi sessuali. Nel servizio la piccola invitava gli altri bambini a denunciare e a non rimanere in silenzio. Spinta da quelle parole, la ragazzina aveva cominciato a parlare della sua drammatica vicenda.
Prima con le sue compagne di scuola, durante una gita scolastica lo scorso aprile. A loro aveva descritto ciĆ² che aveva visto in televisione, aggiungendo poi che le stesse violenze le stava subendo una sua amica. In realtĆ stava raccontando la sua storia. Poco dopo si era confidata con un insegnante e poi con i suoi genitori, che le avevano detto subito di non incontrare piĆ¹ quell’uomo di 60 anni, il quale in passato aveva avuto una relazione anche con la madre della piccola.
La ragazzina perĆ² non gli aveva dato retta e prima di presentarsi in Procura con i genitori per sporgere denuncia (il 5 maggio scorso), era andata all’appuntamento (il primo maggio) che l’uomo le aveva dato e aveva filmato le violenze subite ancora una volta. Stavolta perĆ² rimaneva il volto di lui ripreso nelle immagini come prova inconfutabile. Dopo la denuncia in Procura, il pubblico ministero aveva disposto una perquisizione a casa dell’uomo. Erano stati trovati una serie di oggetti erotici utilizzati dal pedofilo per violentare la bambina per anni, dal 2006 in poi, oltre ad alcuni bastoni e coltelli con i quali la minacciava di non dire niente. Il 22 giugno scorso, infine, l’uomo era finito in carcere, dove ĆØ tuttora detenuto, condannato per violenza sessuale aggravata. La ragazzina, parte civile nel processo, ha raccontato ai magistrati che a darle il coraggio di denunciare non ĆØ stato soltanto il servizio de ‘Le Iene’, ma anche il fatto che l’uomo avesse giĆ messo gli occhi addosso a un’altra bambina.