Improvvisamente emersa da un tumultuoso passato remoto fatto di soldi facili, matrimonio di prestigio, marito calciatore ricco e osannato, prostituzione d’alto bordo e asseriti amanti presunti pezzi grossi della mala come Enrico “Renatino” De Pedis, Sabrina Minardi butta fuori scena i Lupi Grigi turchi per sostituirli con una pista decisamente più casereccia. Li sostituisce cioè con la Banda della Magliana e in particolare con un suo socio: De Pedis. Cambia radicalmente anche la sceneggiatura del film: Emanuela non è stata rapita come moneta di scambio con Agca, è stata invece rapita e infine uccisa su ordine di monsignor Marcinkus da “Renatino”, del quale la Minardi dice di essere stata l’amante per dieci anni di fila. Pezzo grosso d’Oltre Tevere, Marcinkus è stato per lungo tempo al timone della chiacchieratissima banca vaticana chiamata Istituto delle Opere di Religione, ma più nota come IOR. Ha inoltre ricoperto nello stesso tempo l’incarico di responsabile della sicurezza personale di Wojtyla ed è stato da questi nominato anche governatore del Vaticano nonostante un mandato di cattura italiano, rimasto lettera morta, per il crack del Banco Ambrosiano.
Cosa ci volesse fare Marcinkus con quel giovanissimo ostaggio non è affatto chiaro, a parte i sospetti di abusi sessuali riferiti dalla presunta ex amante di De Pedis. Minardi riduce infatti l’asserito rapimento di Emanuela a semplice “messaggio” verso lo IOR, cosa un po’ difficile da digerire perché lo IOR era nella mani proprio di Marcinkus. A meno che non si voglia sostenere che Marcinkus voleva mandare messaggi a se stesso. I magistrati preposti all’inchiesta hanno dichiarato di dare sufficiente credito ai racconti di Sabrina Minardi, ma le cose che non quadrano continuano a essere molte. Anzi, troppe. Proviamo a farne un elenco.
Appare impossibile che Minardi e De Pedis siano stati amanti, e per dieci anni. Dal 26 novembre 1984 al 21 gennaio 1988 “Renatino” era in carcere, a Regina Coeli, e ai colloqui con lui non ci andava l’asserita amante, bensì la futura consorte. Che non è Sabrina Minardi.
E’ stata invece proprio Minardi a rivelare che quando venne a sapere da una terza persona delle imminenti nozze di De Pedis decise di emigrare in Brasile, che ci restò per quasi due anni e che anche quando tornò in Italia non vide più De Pedis almeno fino al giorno prima della sua morte. Il conto dei “dieci anni” quindi non torna.
Se la Minardi e De Pedis fossero stati davvero amanti, e ancor più se fossero stati conviventi, la polizia per trovare De Pedis non avrebbe avuto nessun bisogno di pedinare la donna “per mesi”, come hanno dichiarato gli inquirenti, sarebbero bastati tuttalpiù un paio di giorni. Oltretutto a quell’epoca la donna annoverava tra i suoi clienti anche dirigenti di polizia. Tant’è che De Pedis, che della Minardi può essere stato tuttalpiù uno dei clienti o un’avventura, ne aveva imbottito la camera da letto di telecamere nascoste perché puntava a poter ricattare per l’appunto i poliziotti d’alto bordo e i politici che la frequentavano. Tra ques’ultimi, una volta è stato atteso, invano, l’ex segretario della Democrazia Cristiana Mino Martinazzoli. Quando la polizia arrestò De Pedis nella casa della Minardi in via Vittorini all’Eur non si accorse delle telecamere. Che furono portate via da una persona di fiducia di De Pedis.
Ufficialmente è stato solo il 18 novembre 2009 che Sabrina Minardi ha ascoltato per la prima volta, in tribunale, la famosa telefonata di “Mario”, il tizio che pochi giorni dopo la scomparsa ha telefonata a casa degli Orlandi per tranquillizzarli, di fatto cioè per ritardare e depistare le indagini. Ma è difficile credere non l’abbia mai ascoltata prima, per il semplice motivo che quella telefonata era già stata diffusa nel settembre 2005 dal programma di Raitre “Chi l’ha visto?” e ripetuta nel 2008 in una puntata dedicata proprio all’improvvisa comparsa della Minardi e alle sue clamorose “rivelazioni”. Dal 2005 la telefonata è inoltre ascoltabile sia nel sito di “Chi l’ha visto?” che nei video di Youtube.