
NEW YORK – Costruita in laboratorio la prima vagina sintetica e impiantata in quattro ragazze nate con una malformazione. La vagina è stata ‘coltivata’ a partire dalle stesse cellule delle ragazze. Il risultato, annunciato sulla rivista Lancet, si deve ad uno dei pionieri nella ‘costruzione’ di organi e della medicina rigenerativa, Anthony Atala del centro americano Wake Forest Baptist Medical Center.
L’organo secondo gli autori, potrebbe essere impiantato anche in donne che hanno avuto un cancro vaginale o subito lesioni. ”E’ il primo studio a dimostrare – sottolinea Atala – che gli organi vaginali possono essere costruiti in laboratorio e utilizzati con successo negli esseri umani e rappresenta una nuova possibilità per le pazienti che necessitano di chirurgia ricostruttiva vaginale”.
Le ragazze al momento al momento degli interventi avevano tra i 13 e i 18 anni di età e sono nate con una rara malattia genetica, chiamata sindrome di Rokitansky, in cui la vagina e l’utero sono poco sviluppati o assenti.
I controlli successivi hanno mostrato che anche fino a otto anni dopo l’impianto, gli organi avevano una funzione normale, anche dal punto di vista sessuale. Gli organi sono stati ottenuti a partire dalle cellule prelevate dai genitali esterni di ogni paziente.
Dopo l’estrazione le cellule sono state fatte crescere su una struttura a forma di vagina costituita da materiale biodegradabile. Successivamente, è stato creato chirurgicamente un canale nel bacino delle ragazze e sono stati impiantati gli organi. Dopo l’impianto, a contatto con i tessuti, si sono formate le strutture nervose e i vasi sanguigni e il materiale biodegradabile è stato assorbito dal corpo.
Test successivi hanno mostrato che il margine tra il tessuto naturale e le vagine sintetiche era indistinguibile. Anche biopsie, risonanza magnetica ed esami interni hanno mostrato che le vagine ottenute in laboratorio sono simili nella struttura e funzione a quelle naturali.
