Qual รจ il colmo per un un lavoratore? Timbrare il cartellino il Primo maggio. Quella che sembra una barzelletta sarร invece la realtร per molti dipendenti italiani, in particolare commessi di esercizi commerciali. Nel giorno in cui si celebra la Festa dei lavoratori, le serrande dei negozi resteranno invece alzate in diverse cittร del Paese, in nome della “lotta alla crisi”. Come se bastasse andare a fare compere per risolvere i problemi di un commercio sempre piรน in difficoltร e di lavoratori sempre piรน precari e sfruttati.
La questione รจ diventata una battaglia di principio tra commercianti e sindacati. I primi ritengono che non si possa perdere l’occasione diย dare una spintarella ai consumi durante un sabato di inizio mese, quando i portafogli dei consumatori sono ancora rigogliosi. I sindacalisti accusano i negozianti di voler trasformare la Festa dei lavoratori nella “Festa del consumo”, con la complicitร delle amministrazioni locali. Alcuni Comuni hanno infatti concesso ai commercianti la deroga per l’apertura in quello che dovrebbe essere il giorno “sacro” per chi fatica, alla faccia dei diritti di commessi e garzoni.
Per questo i sindacati hanno portato avanti un’aspra battaglia che in alcune cittร si รจ rivelata un vero e proprio braccio di ferro: a Firenze, dove la giunta di sinistra guidata da Renzi ha autorizzato l’apertura “totale” a negozi e botteghe, Cgil, Cisl e Uil hanno indetto lo sciopero generale.ย Uno sciopero nella giornata del Primo maggio suona come un paradosso, e invece sarร necessario a difendere un diritto che dovrebbe essere acquisito da piรน di 100 anni. Il Comune ha inoltre bypassato anche la legge regionale toscana che prevede 4 feste inderogabili: 25 e 26 dicembre, Capodanno e appunto Primo maggio. Le manifestazioni dei confederali non si fermeranno a Firenze: altre mobilitazioni per lo stesso motivo sono previste ad esempio a Monza e Siena.
I sindacati hanno ottenuto la loro prima vittoria a Milano, dove il sindaco Moratti in un primo momento aveva accordato l’apertura straordinaria degli esercizi commerciali. Dopo una riunione con il comitato per l’ordine pubblico, il primo cittadino ha fatto dietrofront e ha ordinato che i negozi rimangano chiusi. La decisione di salvaguardare una festa “laica” ha trovato d’accordo non solo i sindacati, ma persino la Curia: “E’ illusorio pensare di risolvere la crisi rinunciando a un giorno di riposo”, ha detto don Walter Mengoni.
Oltre a questi casi, ci sono in giro per l’Italia altri esempi di aperture “parziali”: a Napoli negozi e ristoranti saranno regolarmente attivi al Vomero e nelle zone del centro. Idem a Genova, dove l’apertura รจ stata concessa non solo ai negozi dell’area turistica, ma anche ad alcuni ipermercati. A Torino invece nessuno si รจ opposto all’apertura degli esercizi in centro, ma in questo caso si รจ di fronte ad un evento considerato “eccezionale” come l’ostensione della Sindone, che sta richiamando in cittร orde di fedeli. A Roma il Comune si รจ opposto all’apertura straordinaria, ma sta ricevendo tantissime pressioni dalla Confcommercio e non รจ detto che fino all’ultimo non cambi idea. D’altronde la giunta Alemanno si รจ sempre dimostrata sensibile alle esigenze della categoria.
Negli altri Paesi nessuno si sogna di tenere le serrande aperte spacciandola come soluzione per arginare la crisi. Tra tutte le maggiori capitali europee, l’unica in cui si continuerร a lavorare regolarmente รจ Mosca. Forse fa parte degli accordi tra Berlusconi e Putin?