MILANO – Sarebbe troppo facile dire ora che il lupo perde il pelo ecc. . E Poi Vallanzasca la galera, quella vera, se l’è fatta più di chiunque altro, per l’ottimo motivo che sulla testa ha ben 260 anni da scontare e 4 ergastoli. Però, all’ex bel Renè, oggi ingrassato e spelacchiato, è stato sospeso il permesso del lavoro esterno. Era un anno che godeva del beneficio di lavorare all’esterno del carcere di Bollate, dov’è attualmente rinchiuso. Ma una volta fuori ha ricominciato a frequentare chi non doveva. Forse qualcuno del vecchio giro della malavita. E, coerente con la fama di sciupafemmine, avrebbe intrecciato una relazione con una donna di cinquant’anni, con cui si vedeva nell’orario di lavoro. L’ultima vittima del seduttore sarebbe un’organizzatrice di eventi, una pr. Vallanzasca avrebbe avuto anche un diverbio con le guardie carcerarie per il quale si profilerebbe il reato di oltraggio a pubblico ufficiale. I secondini non lo amano: “Troppo arrogante , ne ha combinate troppe, ha superato il limite”. Lui non nega di avere un caratteraccio e in fondo di non essere mai cambiato quanto a orgoglio: “Se quando fanno le perquisizioni, una guardia un po’ giovane mi ordina di togliere le mutande, a me viene spontaneo rispondergli, le mutande toglile a tua sorella”.
Ritornato all’onore delle cronache per un film di successo e molto discusso, Vallanzasca non ha più il volto gentile di Kim Rossi Stuart, ma la stessa faccia tosta di quando era un rapinatore omicida in carriera. Durante le sue uscite quotidiane si fermava ai bar di Viale Certosa, spingendosi fino a Quarto Oggiaro: un saluto, una stretta di mano, un bicchiere. Nonostante gli avvertimenti delle guardie che avevano preso a seguirlo. “Attenzione, questo non si può”, ma lui niente, ha continuato a fare di testa sua. Adesso ci vorranno mesi prima che il permesso venga ripristinato. Non era comunque una revoca definitiva, solo una sospensione.
