‘Vuoi aiutare una persona che ha bisogno di organi? Chiama adesso! Uomo di 35 anni vende organi vitali. Mette a disposizione il corpo: cuore, reni, ecc. Ottima salute”.
E’ questo il testo dell’appello (corredato di numero telefonico) con cui un disoccupato di Gela, Rosario Migliore, sposato e padre di quattro figli, ha tappezzato nella serata di sabato 13 novembre gli alberi di piazza Umberto, il cuore della città.
Fino a tre anni fa, Migliore abitava con la famiglia a Novara, dove lavorava come magazziniere. Poi la ditta lo licenziò e si trasferì a Gela. Qui ha fatto per oltre un anno il guardiano di un cantiere, ”in nero – dice – senza un giorno di riposo e con uno stipendio da fame. Quando ho chiesto l’aumento, perché non ce la facevo più ad andare avanti, mi hanno cacciato via senza soldi e senza contributi”.
L’uomo abita in una casa popolare. Rosario Migliore ha annunciato quattro volte il suicidio. La prima volta lo ha fatto nel capodanno 2009, gettandosi in mare, per la vergogna di non essere in grado di portare a una delle sue figlie la bambola che la piccina gli aveva chiesto in regalo. Lo salvarono i carabinieri. Altre volte ha minacciato di gettarsi da ponti e tralicci o di darsi fuoco.
Numerosi i gesti di solidarietà verso la famiglia, ma niente offerte di lavoro. Migliore chiede l’elemosina davanti alle chiese e ora che si avvicinano le festività di fine anno, ha deciso di vendere i suoi organi ”per non far trascorrere alla mia famiglia – ha detto – un altro Natale di fame e disperazione”.
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