Svolta nella vicenda della funzionaria della prefettura di Ancona scomparsa, oltre 40 giorni dopo l’ultimo avvistamento il 5 maggio scorso nel capoluogo marchigiano. Del caso si era occupato anche “Chi l’ha visto”. Dopo un lungo interrogatorio di un amico di Rossella Goffo, A.B., un tecnico della Questura di Ascoli Piceno, una delle ultime persone ad averla vista e che ora risulta indagato per omicidio, nella tarda mattinata di oggi gli uomini della Squadra Mobile di Ancona e di quella di Ascoli Piceno e del Soccorso Alpino hanno incominciato a passare al setaccio una vasta area impervia nelle campagne dell’Ascolano, a Case di Coccia, nel Comune di Folignano, alla ricerca del corpo della funzionaria.
Per il momento sono saltati fuori una valigia vuota e un maglione rosso da donna, la cui provenienza è ancora tutta da verificare. Inizialmente la sparizione della Goffo, 47 anni, sposata con un pediatra di Adria (Rovigo) e madre di due figli grandi, era stata attribuita ad un allontanamento volontario: la donna era tornata al lavoro ad Ancona il 3 maggio, il giorno dopo aveva incontrato l’ascolano, più giovane di lei, sposato e padre, con cui c’era stato un diverbio. Il 5 maggio era stata vista entrare e uscire dalla Prefettura, poi più nulla. La sua auto era rimasta nel parcheggio della Prefettura, nella sua stanza in un appartamento affittato con delle studentesse non c’erano effetti personali.
Nell’auto però erano stati trovati dei documenti intestati alla donna, ma con la data di nascita contraffatta, in modo da farla apparire più giovane. Quanto basta per ricostruire il quadro di una personalità piuttosto complessa, confermato da una serie di profili su Facebook e altri social network, con nomi diversi ed età immancabilmente più giovane. Le ricerche si erano allargate a Facebook (qualche giorno dopo la scomparsa qualcuno aveva aperto il profilo) e anche in una clinica e nell’ospedale di Ascoli, dove era ricoverata una paziente somigliante alla Goffo.
In realtà l’attenzione degli inquirenti si era subito concentrata sul tecnico ascolano. Tra i due il rapporto si era guastato ed era addirittura finito nelle aule giudiziarie: lui l’aveva denunciata per stalking, lei era stata condannata. E già nel primo interrogatorio era caduto in alcune contraddizioni, tanto che gli era stata tolta la pistola d’ordinanza, anche se era rimasto in servizio. Una posizione che si è ulteriormente aggravata durante l’ultimo colloquio con i magistrati. Da lì sono scattate le ricerche in una zona in passato frequentata dai due, interrotte al calare del buio e che saranno riprese domani mattina. E che potrebbero andare avanti per giorni.
