ASCOLI – La decisione è stata presa nella serata di mercoledì, giornata di lavoro intenso in procura: il pc di Salvatore Parolisi è stato sequestrato. Ora gli inquirenti sono decisi ad andare a fondo per cercare di capire tutti i legami, sentimentali e non, che l’uomo potrebbe aver intrecciato. La pista passionale prevede quindi l’analisi delle e-mail, delle chat di Parolisi: pare che il marito di Melania amasse passare tempo al computer e quindi non è escluso che proprio il suo pc possa dare nuove indicazioni sul genere di rapporti che lui intratteneva, soprattutto di genere sentimentale. Salvatore e le soldatesse, insomma: i sospetti non si schiodano da qui.
Melania sapeva qualcosa e per questo è stata messa a tacere? Oppure la sua morte potrebbe essere stata l’atroce vendetta di qualcuno che odiava Parolisi? Domande, sospetti, magari qualche indizio. Ma non prove: Parolisi, occorre ricordarlo, è solo persona informata dei fatti, non un indagato.
Ma è sempre sotto osservazione: gli inquirenti stanno passando al setaccio anche i video del funerale di Melania, per vedere il comportamento del marito, cosa ha detto, le espressioni del viso e i movimenti. Potrebbe inconsciamente rivelare qualcosa? E sempre il funerale ha reso evidente la rottura tra il vedovo e la famiglia Resa: lui da una parte, loro seduti a distanza. A far saltare l’intesa la scoperta dei numerosi tradimenti: “Non sapevamo nulla – dice Gennaro Rea, padre di Melania – se no mia figlia non sarebbe morta. Se avessi saputo non avrei fatto finta di niente. Melania ha lasciato la sua casa, il suo paese, lo ha seguito dove lui ha voluto, dopo il matrimonio, per finire uccisa a coltellate in un bosco”.