ROMA – E’ un fotogramma dell’evoluzione, l’immagine che utilizzando i raggi X ha rivelato come i serpenti hanno perso le zampe. Una nuova tecnica di analisi ha permesso di studiare la struttura ossea delle zampe, lunghe due centimetri, di uno dei pochissimi serpenti fossili a conservarle. Il serpente, lungo 50 centimetri, si chiama Eupodophis descouensi ed è stato scoperto 10 anni fa in Libano, in una roccia antica 95 milioni di anni.
I ricercatori lo considerano uno stadio intermedio nell’evoluzione dei serpenti.La ricerca, pubblicata sul Journal of Vertebrate Paleontology, avvalora l’ipotesi secondo la quale i serpenti si siano evoluti da lucertole che vivevano sulla terraferma e non da animali marini. Le immagini tridimensionali delle zampe mostrano infatti una struttura ossea che ricorda molto da vicino quella di una moderna lucertola.
Delle due zampe del serpente, solo una era ben visibile; la seconda era nascosta nella pietra e l’analisi ai raggi X ha permesso di vedere che è completamente piegata verso il ginocchio, ha una sorta di caviglia, ma non ci sono nè il piede nè le dita. Lo studio è stato coordinato da Alexandra Houssaye, del Museo nazionale di storia naturale di Parigi, e le immagini tridimensionali sono state ottenute nel Centro europeo per la luce di sincrotrone (Esrf) di Grenoble e nell’Istituto tedesco di Tecnologia di Karlsruhe (Kit).
