
Ricostruzione delle orbite degli strani oggetti cosmici nel centro della Via Lattea (fonte: Anna Ciurlo, Tuan Do/UCLA Galactic Center Group/ANSA)
ROMA – E se l’universo fosse precario come la cima di una montagna e la fisica moderna da riscrivere con particelle a scala di energia piรน alta?
Alessandro Strumia e Daniele Teresi, dell’Universitร di Pisa, hanno ipotizzato una nuova teoria detta “Naturalezza Precaria” per descrivere il cosmo con una nuova fisica.
I due fisici hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista scientifica Physical Review D.
Secondo i due scienziati, per spiegare fenomeni del cosmo come l’asimmetria tra materia e antimateria, bisogna rifondare la fisica moderna.
Una ipotesi che va al di lร del modello standard e che prevede l’esistenza di nuove particelle che abbiano una scala di energie piรน alta, ma non di molto, di quelle attualmente esplorate.
Per questo motivo, dicono i due scienziati, “l’universo potrebbe essere in uno stato precario, come la cima di una montagna”.
L’universo precario come…la cima di una montagna
Ma cosa implica la teoria della Naturalezza Precaria e come puรฒ l’universo somigliare alla cima di una montagna?
I due fisici spiegano che l’universo รจ descritto da parametri che caratterizzano ognuna delle sue regioni.
Solo le regioni con i valori “giusti” osservati sarebbero in grado di vivere piรน a lungo.
Tutte le altre regioni, invece, scivolerebbero giรน dalla “montagna” e collasserebbero in poco tempo.
Strumia e Teresi spiegano: “Spesso la fisica delle alte energie viene considerata essa stessa in uno stato precario”.
Questo perchรฉ, sottolineano, “non รจ stata scoperta una nuova fisica, nonostante gli sforzi significativi intrapresi in questi anni, contrariamente alle aspettative”.
E aggiungono: “Lo scenario del nostro studio, se effettivamente realizzato in natura, garantirebbe invece nuove scoperte future”.
Il prezzo da pagare, perรฒ, รจ quello di rendere l’universo precario.
Una sacrificio che nella teoria si รจ disposti a fare, pur di aprire le porte a nuove scoperte e a una migliore comprensione del cosmo in cui viviamo. (Fonte: ANSA)
