I vaccini anti-Covid 19 Pfizer e Moderna potrebbero essere d’aiuto a bloccare future pandemie causate da altri tipi di coronavirus. E’ quanto emerge da una nuova ricerca della Duke University del North Carolina; gli scienziati sostengono che gli attuali vaccini a mRNA potrebbero già offrire una certa protezione contro killer come la MERS o altre minacce sconosciute.
Lo studio della Duke University sui vaccini Pfizer e Moderna
Secondo quanto riportato dal Telegraph, dopo aver testato sulle scimmie i vaccini a mRNA simili a quelli COVID approvati, i ricercatori hanno scoperto che aver iniettato gli anticorpi non solo proteggeva dalla Sars-CoV-2 – che causa il Covid-19 – ma anche da altri coronavirus.
“Questi risultati dimostrano che gli attuali vaccini a mRNA possono garantire una certa protezione da future epidemie zoonotiche di betacoronavirus (coronavirus che fa il salto di specie da animale a uomo) e costituire una piattaforma per l’ulteriore sviluppo di vaccini pan-Betacoronavirus”, hanno concluso i ricercatori.
Entrambi i vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna utilizzano la tecnologia a mRNA mentre AstraZeneca è a vettore virale che utilizza un adenovirus innocuo. Il vaccino Covid a base di mRNA fornisce all’organismo informazioni sul coronavirus permettendogli così di produrre proteine virali, che vengono poi riconosciute come estranee e inducono una reazione immunitaria. L’organismo si prepara in questo modo a combattere il virus.
Il team di ricerca della Duke – il cui studio è stato pubblicato su Nature – ha anche sviluppato e testato un nuovo vaccino che funziona in modo diverso rispetto ad altri a mRNA. Ha mostrato una protezione ancora più potente contro altri coronavirus, comprese tutte le varianti note di Sars-CoV-2, coronavirus pipistrello e Sars-CoV-1. Questo nuovo vaccino ha inoltre bloccato la replicazione virale nel naso, indicando che potrebbe avere un impatto importante sulla diffusione di virus mortali.
Nuova pandemia coronavirus dietro l’angolo? L’allarme degli scienziati
Da tempo tuttavia gli scienziati stanno lanciando un allarme: la prossima pandemia sul genere coronavirus potrebbe essere proprio “dietro l’angolo”. Sostengono non sia una questione di “se” ma solo di “quando” un’altra pandemia sconvolgerà il mondo.
E’ quanto confermato a gennaio scorso da Mark Woolhouse, docente di epidemiologia delle malattie infettive all’University of Edinburgh: alla domanda se la prossima “malattia X” fosse alle porte, ha risposto con un poco rassicurante “assolutamente”. All’agenzia PA ha detto: “Dovremmo dire “quando e non se. Non possiamo capire quando, ovviamente. Il meccanismo preciso con cui si presenta un virus è sempre estremamente imprevedibile. Non è possibile prevedere eventi precisi, dunque si può fare su una sorta di probabilità basata sulla statistica”.
“Malattia X” è il nome dato ai virus sconosciuti che rappresentano un grande pericolo. Woolhouse ha spiegato che ogni anno o due, gli scienziati scoprono uno o due virus trasmissibili agli esseri umani, un tasso che è stato costante per più di 50 anni. Dopo i virus che causano la MERS (sindrome respiratoria del Medio Oriente) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave), Sars-Cov-2 è il terzo coronavirus minaccioso ad aver colpito questo secolo.