Il Veneto rispolvera la censura: secondo quanto scrive oggi, 20 gennaio, Repubblica, l’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan, cattolica del Pdl con un passato nel Fronte della Gioventù e in An, vuole “invitare tutte le scuole del Veneto a non adottare, far leggere o conservare nella biblioteche i testi diseducatici degli autori che hanno firmato l’appello a favore di Cesare Battisti”. “Un boicottaggio civile è il minimo che si possa chiedere davanti ad intellettuali che vorrebbero l’impunità di un condannato per crimini aberranti”, dice a Repubblica annunciando una lettera a tutti i presidi.
La mossa di Donazzan non è la prima: già l’assessore alla cultura della Provincia di venezia, Raffaele Speranzon, aveva dichiarato: “Via quegli autori dalle biblioteche pubbliche”. Con i due assessori si schiera anche il presidente della Regione Luca Zaia, che definisce la vicenda Battisti “abominevole”, e incalza: “I delinquenti vanno messi in galera, non lasciati liberi”.
Denunce di una sorta di censura già in atto vengono da alcuni bibliotecari veneti, che dicono, sempre secondo quanto scrive Repubblica, che vengono “sconsigliati (soprattutto) i libri di Roberto Saviano. Nei giorni successivi alla messa in onda di Vieni via con me e alla polemica con Maroni il dirigente di una biblioteca in provincia di Treviso ha segnalato che il sindaco leghista non gradiva si tenessero i libri dell’autore di Gomorra: presenti in catalogo, ma spariti dagli scaffali”.
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