MILANO – ”Quello omosessuale è l’amore più puro, al contrario di quello eterosessuale, strumentale alla riproduzione”: dal giuramento di Ippocrate alla pedagogia di Socrate il passo deve essere stato breve per Umberto Veronesi, oncologo, ex ministro della Sanità e senatore Pd fresco di dimissioni. Il medico ottantacinquenne risponde alle polemiche scatenate in questi giorni dalle dichiarazioni del sindaco di Bologna, Virginio Merola, e a quelle del sindaco di Sulmona, Fabio Federico.
Federico aveva equiparato certi tipi di omosessualità ad una ”aberrazione sessuale”, mentre Merola aveva lanciato un’ iniziativa per la tutela ”delle coppie sposate” a dispetto di quelle di fatto, omosessuali comprese. ”Io, come potete immaginare – ha detto Veronesi, a margine di una conferenza per presentare la sua iniziativa ‘The future of science’ – la penso all’opposto: l’omosessualità è una scelta consapevole e più evoluta.
“L’amore omosessuale è quello più puro. In quello eterosessuale, invece, una persona direbbe io ti amo non perchè amo te, ma perchè in te ho trovato la persona con cui fare un figlio. Nell’amore omosessuale invece non accade: si dicono amo te perchè mi sei vicino, il tuo pensiero, la tua sensibilità e i sentimenti sono più vicini ai miei. Quindi sono sul fronte opposto anche ideologicamente rispetto a Merola”.
Per l’oncologo, poi, ”è difficile dire se la chimica abbia un ruolo nella sessualità. Avere qualcosa di chimico dentro vorrebbe dire che uno è predisposto, e che geneticamente nasce così: questo non lo penso. La sessualità si diffonde in rapporto agli stili di vita, alla cultura del momento, è anche un atteggiamento contagioso. In certi ambienti è molto frequente perchè si scopre che è una forma di amore che può essere interessante esplorare”.
Infine, per quanto riguarda i casi di omosessualità che si ritrovano anche tra diverse altre specie animali, Veronesi ha precisato che ”lì vediamo solo un’espressione sessuale, non vediamo il loro pensiero; non credo però che la loro sia lo stesso tipo di omosessualità: quello è un bisogno di ottenere un rapporto sessuale, come l’onanismo”.
Non è la prima volta che Veronesi prende posizioni nette su temi controversi. Vicino alla politica dai tempi in cui Bettino Craxi lo fece entrare nell’assemblea nazionale del Psi, Veronesi si è detto favorevole, nell’ordine: alla depenalizzazione delle droghe leggere; all’eutanasia; ai cibi geneticamente modificati; agli inceneritori; alle centrali nucleari. A febbraio si era dimesso da senatore proprio per andare a presiedere l’Agenzia per la sicurezza nucleare. Il famoso oncologo si era detto contrario, invece, “per principio”, alle intercettazioni telefoniche.
E anche questa volta la “scelta di campo” di Veronesi ha generato reazioni di segno opposto. Non si è fatto attendere il solito Carlo Giovanardi, sottosegretario con delega alla Famiglia, che lo ha messo insieme a Vasco Rossi “in corsa per il premio ‘delirio d’estate’, il primo per aver definito vergognose le leggi che impediscono di guidare ubriachi, il secondo per aver definito il rapporto omosessuale più puro di quello eterosessuale perché quest’ultimo è finalizzato alla procreazione. Per fortuna questi vaneggiamenti non riusciranno a vanificare l’opera di milioni di famiglie e di educatori – prosegue il senatore del Pdl – che sanno bene che il futuro dei giovani e la sopravvivenza della nostra società dipendono dal saper mettere assieme il rispetto della libertà di tutti, ma anche dal non esaltare comportamenti che da un lato mettono a rischio la vita di terze persone e dall’altro non possono essere certamente definiti più evoluti e superiori all’amore che lega un uomo a una donna“.
Di segno opposto i commenti del mondo gay: “Il professor Umberto Veronesi, definendo quello omosessuale l’amore più puro, butta un sasso nello stagno dell’omofobia politica italiana”, ha detto Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center. “Abitualmente non siamo abituati a definire migliore l’amore omosessuale rispetto a quello eterosessuale – ha continuato Marrazzo – ci basterebbe definirlo uguale e meritevole di pari diritti. Sperando che la riflessione di Veronesi contribuisca a un sano confronto e non ad aggiungere acqua nello stagno, come sta invece facendo Carlo Giovanardi, che commenta le affermazioni di Veronesi sostenendo che il professore meriti il premio delirio d”estate. Al sottosegretario Giovanardi, allora, non resta che tributare il riconoscimento delirio tutto l’anno“.