Se non fosse uno slogan indelebilmente macchiato a suo tempo di impotente ipocrisia, bisognerebbe rispolverare il “Né con Woodcock né con Il Giornale”. Senza voler dare lezioni a nessuno, senza pulpito e senza predica, solo allontanandosi se possibile “all’inglese” da ciò che non ci piace e ci mette a disagio. Ci mette a disagio e non ci piace l’intercettazione “a strascico”. Cioè il metter sotto controllo più o meno con un pretesto i telefoni di qualcuno che abitualmente parla con uomini e donne della politica, dell’economia e della finanza, tanto prima o poi qualcosa cui aggrapparsi per far partire un’inchiesta si ascolterà. Non ci piace il mandare uomini delle forze dell’ordine a cercare quel che, anche se c’è, non si può trovare. Se in una redazione c’è la voglia e l’intento di una campagna di diffamazione e intimidazione, di certo non c’è un cassetto o un plico con sopra scritto: “Dossier per farlo fuori”.
Se un magistrato manda gli uomini in divisa a cercare simili oggetti, quel magistrato vuol far scena. Non ci piacciono le indagini che partono a mille e finiscono in nulla. Servono, tanto per dirla con Berlusconi, a “sputtanare” la magistratura inquirente, le intercettazioni e i connotati stessi della legalità. E non ci piace la “cultura” secondo la quale ogni stortura e bruttura della società e del viver comune si affronta e si risolve cucendole addosso il vestito di un “reato”. Non ci piace e ci mette in imbarazzo perché questa “cultura” finisce per far da concime alle storture e brutture.
Non ci piace neanche l’idea che l’avversario politico “Si abbatte e non si cambia”. Non ci piace lo “scherzo” di un vice direttore che avverte: “Per venti giorni vi romperemo il cazzo, abbiamo spostato i segugi da Montecarlo”. Dice che si diceva “per ridere”. Guarda caso le “grasse risate” partivano dopo che la Marcegaglia aveva detto cose che non piacevano…diciamo alla Direzione de Il Giornale. Diciamo così ma non siamo così ingenui da credere a quel che diciamo. Uno “scherzo” così raffinato che il suo destinatario non ha capito. “Ho sicuramente percepito l’avvertimento come un rischio reale per la mia persona e la mia immagine”. Così ha capito lo “scherzo” la Marcegaglia. Solo carenza di humour? Non ci piace e ci imbarazza non il giornalismo schierato e di parte, ma le “squadre speciali”, le “teste di cuoio” e i “massaggiatori” della propaganda, queste sì che non ci piacciono e ci imbarazzano. Non ci piacciono perché squalificano la stessa “militanza” giornalistica sfigurandola a “milizia di bravi”, manzonianamente “bravi”. E ci imbarazzano perché l’unico sentimento che ci ispirano non è un qualsivoglia giudizio, ma solo la voglia di essere altrove.