BREMBATE SOPRA (BERGAMO) – Il corpo di Yara era nascosto tra i rovi, nell’erba alta un metro e mezzo, era difficile da vedere probabilmente. Massimo, l’uomo che l’ha trovata, ha visto il cadavere della tredicenne atleta di Brembate per caso.
Ha 40 anni e stava giocando con un aeroplano nei campi di Chignolo d’Isola quando si è imbattuto in quei resti umani. “Quando ho visto quel corpo non pensavo fosse proprio lei”, racconta a La Stampa.
Appena si è reso conto che davanti a sé aveva una ragazzina morta, ha subito chiamato il 113 e poi i poliziotti una volta arrivati lo hanno allontanato. “Spero di dimenticare questo orrore”, ha detto. “Nei miei occhi l’immagine stessa del male assoluto è diventata realtà ”.
Come mai però nessuno se n’è accorto, perché quella zona non è stata setacciata? “In quel punto non siamo passati, ma quella è terra di cacciatori. Non capisco perché i cani non abbiamo fiutato nulla”, ha detto Giovanni Valsecchi, capo della protezione civile di Brembate.