”Dio, Dio, fa che risponda…”. Sarebbe questa, secondo quanto riferisce l’avv. Roberta Barbieri, la traduzione italiana dell’intercettazione attribuita infine dai consulenti della Procura al marocchino Mohammed Fikri, e che tradotta inizialmente in ”Allah mi perdoni, non l’ho uccisa…” aveva fatto scattare l’arresto dell’immigrato.
”Mohammed – ha spiegato il legale – ha sempre ripetuto che lui quella parola, ‘ucciso’, non l’aveva mai detta”. L’avvocato ha confermato che la circostanza dell’intercettazione era quella di una telefonata indirizzata ad un uomo che era debitore a Fikri di 2mila euro, e che all’inizio non rispondeva all’apparecchio. L’intercettazione errata è stata, riferisce Barbieri, il vero cruccio di Fikri in questi giorni: ”Anche in sede di udienza preliminare, davanti al gip, ha continuato a chiedere che venisse chiamata un’altra persona per tradurla correttamente, perche’ quella frase non l’aveva pronunciata”.