CHIGNOLO D’ISOLA (BERGAMO) – Il corpo di Yara Gambirasio trovato sabato in un campo era disteso sulla schiena con le braccia all’indietro. Chi l’ha visto parla anche di alcuni tagli evidenti, alla schiena e sul collo.
A riferirlo è un testimone oculare, uno dei primi arrivati sul posto, che ha potuto osservare la scena del crimine prima che tutti venissero allontanati per fare spazio agli uomini della Scientifica. Secondo quanto si è appreso, i resti non erano individuabili da lontano, e nonostante si trovassero senza alcuna copertura nemmeno parziale sopra le sterpaglie, già da pochi passi risultavano praticamente invisibili.
La scena apparsa davanti agli occhi delle prime persone accorse sul posto è stata quella di un cadavere in avanzatissimo stato di decomposizione: disteso sulla schiena, con le braccia all’indietro oltre il capo come nel tentativo di liberarsi da qualcuno di dosso, o forse per via di un breve trascinamento. Le mani parzialmente coperte dalle maniche del giubbotto, lo stesso che indossava il giorno che è scomparsa, come peraltro gli altri abiti che indossava, la felpa, i pantaloni elasticizzati e i guanti. In tasca sono stati trovati alcuni oggetti come una sim card di un telefonino, presumibilmente il suo, le chiavi di casa e la batteria di un telefonino, che invece manca all’appello.
Il corpo in alcuni tratti era quasi mummificato e in alcuni punti scarnificato forse per l’intervento di alcuni animali, e presentava dei taglietti, uno più esteso alla schiena all’altezza dei reni, altri più piccoli all’altezza del collo e del petto. Segni che però ancora non è chiaro se siano stati provocati da chi l’ha aggredita o se siano stati inflitti post mortem. Una parola certa su tutto ciò non si potrà avere, a livello investigativo, fino a quando gli accertamenti più approfonditi sugli oggetti trovati e le risultanze autoptiche non daranno il giusto valore a ciascuno di questi elementi.
La polizia ha transennato l’area intorno alla casa dei Gambirasio, per evitare il contatto con giornalisti e curiosi. La domenica mattina per i genitori di Yara è iniziata presto. Sono partiti in macchina, destinazione Milano, per riconoscere ufficialmente i resti della ragazzina, solo qualche ora per poi fare ritorno alla villetta di Brembate.
Qualche novità sull’omicidio potrebbe arrivare presto: “Abbiamo trovato cose importantissime…”, ha detto il questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi, in uno dei diversi sopralluoghi che ha effettuato sul luogo del ritrovamento del cadavere. ”Da ieri pomeriggio sono al lavoro ininterrottamente gli esperti scientifici dell’Ert (Esperti ricerche tracce) – ha aggiunto il questore – cercano ogni traccia minuziosa, ma comunque ciò che è stato trovato è importantissimo. Qualcos’altro, invece, lo stiamo ancora cercando”. Il riferimento del questore è agli oggetti trovati intorno al corpo: un i-Pod, un telefonino, una carta Sim.
Sono passati tre mesi esatti dalla scomparsa, quando nonostante il tempo trascorso, nessuno ancora voleva perdere la speranza di trovare in vita Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre scorso a Brembate Sopra (Bergamo), come una doccia fredda è arrivata la notizia del ritrovamento del suo cadavere. Il corpo è stato notato da un giovane aeromodellista, in un campo che, ironia della sorte, si trova a non più 300 metri dal comando della Polizia Locale dell’Isola Bergamasca, che coordinava i volontari nelle ricerche della ragazzina.