I test condotti dalla Oxitec nel 2010 nelle isole Cayman sulla popolazione delle zanzare hanno mostrato che il 16 per cento della popolazione nella zona contaminata è costituita dai maschi modificati geneticamente e che il 10 per cento delle larve possiede il gene difettoso che le porterà ad una morte prematura. In tre mesi la popolazione di zanzare del test si è ridotta dell’80 per cento, il che fa pensare che la soppressione della specie che veicola la febbre dengue sia possibile.
La sicurezza delle tecniche genetiche utilizzate secondo Alphey è legata al fatto che le femmine della specie sono sane e solo i maschi possiedono il gene malato e che l’impatto ambientale sarà minimo, perché le tecniche sono “squisitamente mirate a debellare uno specifico organismo”.
Ma la tecnica della Oxitec non può essere considerata perfettamente sicura. Alfred M. Handler, genetista del Dipartimento di Agricoltura di Gainesville, in Florida, ha fatto notare che anche nelle generazioni di zanzare allevate in laboratorio vi sono esemplari che sviluppano una resistenza alla mutazione che introduce il gene letale, e che indisturbate sopravvivono costituendo un veicolo sano per la diffusione della febbre dengue.
A confermare queste affermazioni è stato l’entomologo Todd Shelley, del Dipartimento di Agricoltura delle Hawaii, che su Nature Biotechnology ha pubblicato uno studio che dimostra come il 3,5 per cento della popolazione di tali insetti giunga all’età adulta nonostante il gene letale. Inoltre la popolazione femminile delle zanzare non è soggetta all’effetto del gene, e per ovviare a questo problema i ricercatori ne stanno modificando il dna affinché nascano senza ali. Un’ulteriore modifica che non permetterà alle femmine di volare e dunque di riprodursi o di poter infettare l’uomo.
