Lunedì o venerdì: sono i giorni preferiti dai rapinatori per mettere a segno colpi in banca. Di lunedì (24% dei colpi commessi), si registrano i bottini più ricchi: 27,6 milioni di euro. In aumento l’uso di pistole finte, si agisce meglio in coppia e l’orario preferito è quello di punta, la tarda mattinata tre le 11 e le 13,30, probabilmente per confondersi meglio con gli altri clienti.
Il “manuale del prefetto rapinatore” emerge da un’indagine dell’Ossif, centro di ricerca dell’Abi, il quale segnala che è in calo il numero delle rapine e diminuisce anche il bottino complessivo. Nel 2009 infatti sono stati 1.744 i ‘colpi’ messi a segno agli sportelli, con un calo del 19,3% rispetto ai 2.160 compiuti nel 2008, pari a circa 35 rapine in meno al mese. Tempi di crisi anche per i criminali: il bottino medio resta magro, circa 21 mila euro, si mantiene anzi su livelli tra i più bassi degli ultimi dieci anni. Diminuisce anche il bottino complessivo: l’anno scorso le rapine hanno fruttato 36,8 milioni, il 15% in meno dell’anno precedente (43,4 milioni).
Dallo studio si evince che il momento migliore per dire: “mani in alto, questa è una rapina”, è prima dell’apertura della filiale (41.000 euro) oppure nel tardo pomeriggio, dopo la chiusura al pubblico (68.000 euro). La tecnica del colpo resta una delle poche certezze, non muta nel tempo: i criminali agiscono sempre in pochi minuti, armati per lo più di banali taglierini. Sbagliato pensare a tanti Arsenio Lupin: i più si accontentano di un magro bottino che, in due casi su tre, non arriva a 15.000 euro. Quasi i due terzi delle rapine sono durati meno di tre minuti (62%) e nel 51% dei casi a commetterla è una coppia di malviventi. Solo nel 33% dei casi si tratta di un rapinatore solitario.
Al top delle armi prescelte resta – sorpresa – il coltellino, un banale taglierino (48%), però sono in aumento i colpi messi a segno brandendo armi finte (4), oppure semplici minacce (24%). Quattordici (su 20) le regioni dove i colpi allo sportello sono diminuiti: in Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Trentino Alto Adige, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto. In aumento invece in Calabria, Lazio, Liguria, Molise, Sardegna e Toscana.
Per difendersi dai rapinatori, le banche italiane spendono ogni anno oltre 700 milioni di euro. Nel 2009 circa la metà degli investimenti è stata destinata alle strategie antirapina (47%) attraverso tecnologia sempre più moderna: sistemi di allarme di ultima generazione (90% delle filiali); videoregistrazione utile per identificare i malviventi (87,5%); metal detector (54%); dispositivi biometrici (7,7%); videosorveglianza (16%); vigilanza (14,5%); dispositivi ad apertura ritardata (75,5%); tracciabilità delle banconote (2,5%); erogatore automatico di banconote (17,5%).
