da: Corriere della Sera
In un angolo dell’ Europa Orientale tra il Mar Nero e il Baltico, diciamo, per capirci, a est della Romania e sottovento a Chernobyl, si trova, scrive Livia Manera sul Corriere della Sera,
per chi non lo sapesse, una terra ancora non corrotta dall’ odontoiatria moderna. Stiamo parlando dell’ accattivante repubblica della Molvanîa, a cui la triade di autori australiani riuniti sotto il nome di Working Dog, ha dedicato una guida turistica che dopo aver furoreggiato nelle classifiche dei bestseller d\’ Australia e Gran Bretagna, esce anche in Italia.
Molvanîa vuol essere una medicina contro il mal di viaggiare che dall’ 11 settembre in poi affligge gli aspiranti giramondo, esortandoli a fare le valigie e partire seduta stante per la culla della polka e della pertosse: un luogo geograficamente variegato, dove immensi acquitrini fangosi confinano a nord e a occidente con pianure spazzate dal vento e a sud est con la catena dei brulli monti Prepuzji, e dove l’ uso dei fertilizzanti chimici ha preparato il terreno a fiorenti colture geneticamente modificate. Un Paese dove la gente beneducata si saluta dicendo «Non sparare!» e dove i rifiuti non soggetti a raccolta differenziata e non riciclabili vengono scaricati oltre confine, in Slovacchia.