Se fino a vent’anni fa il 40% delle video cassette noleggiate era specifico del settore della pornografia – un dato poco conosciuto e sbalorditivo di questo mondo sommerso, di cui il 70% era destinato al mercato degli adulti – oggi, le percentuali dei “fruitori” di video porno sono sicuramente più alte e comprendono una fascia d’età che parte già dalla preadolescenza, dagli undici anni.
Per chi non lo sapesse (e mi riferisco alle persone che ignorano l’uso del computer, oppure a quelli che ne fanno un uso molto specifico) accedere a tale materiale è di una facilità impressionante. Personalmente l’ho appreso dagli adolescenti (così come diversi colleghi psicoterapeuti), ciò a dimostrazione di come essi siano dentro i meccanismi della rete più di noi.
Utilizzando qualsiasi motore di ricerca (p.e. google, mozilla firefox, bing, nch, ecc.), è sufficiente digitare non più di due “parole chiave”, per essere in possesso della più grande collezione di filmati porno amatoriali e non, in streaming, da vedere interamente e gratuitamente. Al massimo si chiede di cliccare su “enter” (entrare) o “leave” (lasciare) dopo aver letto una dichiarazione che recita all’incirca così “You may only enter this Website if you are at least 18 years of age, or at least the age of majority in the jurisdiction where you reside or from which you access this Website. If you do not meet these requirements, then you do not have permission to use the Website”. Facile, no?
Pensare che quanto argomentato possa non riguardare i propri figli non facilita la comprensione di ciò che è in atto, poiché il fenomeno è in crescita esponenziale ed è presente in tutte le case dotate di computer (a variare è soltanto il numero di ore trascorse davanti tali siti). Non dimentichiamo che le informazioni tra i giovanissimi transitano a notevoli velocità, esattamente come la loro capacità di connessione. Provo allora a elencare alcuni dei potenziali “rischi” in cui si possono incorrere nel sottovalutare tale emergenza educativa, dovuta a una fruizione non consapevole e senza confini di materiale pornografico tra i giovani.
- Innanzitutto “nutrire” la mente d’immagini che hanno poco di sentimento e amore, e tanto di mancanza di rispetto dell’intimità dell’altro, facilita la costruzione di un immaginario distorto circa la sessualità, in cui le perfomance, spesso rappresentate da uomini e donne -veri e propri fenomeni da baraccone- sono tradotte come il modo di vivere la sessualità tra gli adulti.
- Il concepire la vita sessuale come esibizione delle dimensioni dei genitali e di quello che è possibile sperimentare meccanicamente, aumenta la scissione mentale dalla capacità di provare le sensazioni e le emozioni legate all’amore;
- L’aumento dei disturbi della sfera sessuale, dovuta a false credenze sulla durata dei rapporti sessuali, emulandone e prendendone ad esempio chi della sessualità ne ha fatto un business personale.
Detto in altri termini, ciò che noi adulti abbiamo fino ad adesso considerato estremo della sessualità rischia di divenire il punto di partenza delle nuove generazioni, che auto apprendono, tramite la rete, rendendo quotidiano e naturale ciò che non lo è. Non è da escludere che le pratiche che fino ad oggi sono comprese tra le perversioni sessuali (le parafilie) potrebbero, a breve, non esserlo più.
La minaccia dell’aver fatto attecchire nelle nuove generazioni la poca consapevolezza che una relazione affettiva richieda tempi lunghi e che non può ridursi nel “consumare un rapporto”, è molto alta. Lasciare che la comunità virtuale decida quali modalità e come educare i giovani, è quello che sta accadendo, e venire a capo di questa intricata matassa non è assolutamente facile, perché i primi a ignorare la pericolosità di quanto ipotizzato sono i genitori, illusi che i figli possano esplorare il corpo e le proprie pulsioni (o peggio ignorarle), gradatamente, così come è avvenuto per una buona parte delle generazioni passate.
Credo sia in atto un disastro educativo senza precedenti. In un mondo, come il nostro – culturalmente ricco e stimolante, pieno di bellezza e senso della vita, la cui rete, senza ombra di dubbio, ha contribuito positivamente – abbiamo offerto alle nuove generazioni modelli culturali e un insieme di valori che difficilmente trovano il modo di innestarsi in loro: i modelli, le mode viaggiano alla stessa rapidità con cui i ragazzi stabiliscono relazioni.