MILANO – Gli stage? Un fallimento per le assunzioni. Il praticantato? Irraggiungibile se sei laureato. È il quadro desolante che tratteggia Eleonora Voltolina ideatrice della Repubblica degli stagisti, un sito con cui viene data voce agli stagisti di Italia e si cerca di fornire sostegno alle difficoltà di ingresso al lavoro.
Un universo complesso fatto di minimo 400 mila stagisti rilevati a fine 2009, ma presso la Repubblica degli stagisti stimano che siano almeno 500 mila in tutta Italia. Tra questi c’era anche Eleonora Voltolina che al quinto stage ha deciso di iniziare una attività in proprio dando vita a Milano alla Repubblica degli stagisti. Il sito, prima un semplice blog ora una testata molto articolata, offre una parte di notizie sul mondo del lavoro. Non manca una sezione normativa, ma soprattutto fornisce una specie di bollino con cui le offerte di stage da parte delle aziende sono certificate garantendo il buon comportamento delle imprese che se ne servono.
Per molti stage e apprendistato dovrebbero rappresentare la via maestra per accedere al mondo del lavoro. Ma entrambi gli strumenti non sembrano particolarmente efficaci: “In generale – spiega Eleonora Voltolina – tutti gli interventi fatti per rilanciare l’apprendistato non vanno ad intaccare il problema principale: i giovani con un alto grado di istruzione non vengono considerati”. Di solito questo tipo di contratti è fatto ai ragazzi con una istruzione bassa e un basso profilo lavorativo. “Mentre meno del 5% di tutti i contratti attivi – continua la Voltolina – riguarda persone con una laurea”. Quindi ogni anno per 100 mila laureati che entrano nel mondo del lavoro, non potendo accedere all’apprendistato, si apre solo la via dello stage.
Se si guarda alla Lombardia, l’esercito degli stagisti è di 80 mila giovani secondo dati Unioncamere. “L’indagine Excelsior – spiega Eleonora Voltolina – rivela un progressivo aumento nel numero di stagisti nelle imprese private”. Dai quasi 54 mila del 2007 sono arrivati ai 61.800 del 2009 (ultimo anno rilevato), con un aumento del 15%. “Solo a Milano ne sono stati censiti 21.700 – continua Eleonora – ma dobbiamo considerare che in questo dato non sono conteggiati gli stagisti negli enti pubblici, che abbiamo stimato in 15-18 mila”. Ecco quindi raggiunto il risultato di 75-80 mila stagisti all’anno.
Il problema è che difficilmente lo stage di trasforma in una assunzione. “La Lombardia ha un tasso di assunzione al termine dello stage davvero basso – rivela Voltolina – solo 11,1 stagisti ogni 100 mentre la media nazionale si attesta all’11,6%”. É in questa ottica che tra le iniziative messe in campo dalla Repubblica degli stagisti c’è anche un bollino “Ok Stage” che funziona come riconoscimento per le aziende che rispettano i propri stagisti: riconoscono un rimborso spese di minimo 500 euro e fanno registrare una percentuale di assunti dopo lo stage di almeno il 30%. C’è anche una versione semplificata di questa sorta di certificazione chiamata “ChiaroStage: in questo caso individua le imprese che almeno offrono un rimborso spese.
In pratica l’ultima frontiera della Repubblica degli stagisti è diventare un tramite tra imprese e stagisti. I primi risultati parlano di circa 500 annunci pubblicati sul sito e 50mila candidature.