Si chiamano “smart drugs”, ovvero droghe furbe, proprio perché, almeno fino ad oggi sfuggono a tutte le catalogazioni ufficiali degli stupefacenti. Proprio per questo sono in vendita in numerosi negozi, gli smart shop, nelle forme più disparate dalle pasticche agli incensi. Il loro mercato principale, però, rimane soprattutto il web, dove si può comprare in modo anonimo aggirando divieti. Da qui a dire che non siano pericolose, però, ce ne corre anche perchè la principale insidia stà nel fatto che gli effetti di queste droghe sono in larga parte sconosciute.
L’Osservatorio dell’Istituto superiore della sanità su fumo, alcol e droga ne ha individuate sei nuove di zecca, tutte descritte nei dettagli nel nuovo rapporto sulle “smart drugs” . Questi i nomi scientifici: Argemone mexicana (un tipo di papavero),Brugmansia arborea (arbusto), Datura stramonium (stramonio comune), Muira puama (pianta tipica del Brasile dagli effetti afrodisiaci, soprannominata “il Viagra naturale”), Piper methysticum (kawa-kawa, pianta tipica della Polinesia), Turnera aphrodisiaca(arbusto diffuso nel centro e sud America).
”Non esistono erbe, pillole o cocktail energetici dai poteri straordinari e soprattutto non esiste nulla che diventi piu’ facile grazie alle droghe”: ha spiegato il ministro per la Gioventù Angela Meloni. Per il ministro è importante informare i giovani sui rischi di queste sostanze, ”troppo spesso considerate una facile scorciatoia per ottenere risultati piu’ brillanti nello studio o migliori prestazioni sui campi sportivi. La consapevolezza e’ l’arma migliore per fare prevenzione”. La Meloni mette anche in guardia dalla tentazione di una ”scorciatoia”, che ha come ”unica conseguenza certa quella di mettere a repentaglio la propria salute”.