L’ex arbitro Alberto Michelotti è morto a Parma a 91 anni. E’ stato uno dei direttori di gara italiani più famosi di sempre, una vera e propria icona del nostro calcio anni ’70.
È stato uno dei più famosi arbitri italiani degli anni settanta, molto apprezzato anche all’estero. Figlio di Elsa Michelotti, venditrice ambulante di frutta parmigiana, Alberto non conoscerà mai il vero padre.
La famiglia Michelotti era sempre in fuga e sempre in trincea: erano gli “Arditi del Popolo” e quando Alberto mentre faceva la spola con gli zii partigiani nascosti a Varano, fu arrestato e portato nella caserma fascista al Petitot.
Come ricorda Wikipedia, la madre Elsa sputò in faccia al terribile Bragò e si fece riconsegnare il figlio: questa è la dimostrazione che la famiglia di Alberto era sempre in fuga e sempre in trincea.
La professione di Michelotti era quella di meccanico ma presto è salito alla ribalta per le sue gesta come arbitro. Ha diretto gare in Serie B nella stagione 1966-1967 ma per la sua bravura è stato promosso subito in Serie A. E questa è la prima grande ‘anomalia’ visto che di solito c’è bisogno di una enorme gavetta per passare dalla serie cadetta alla massima serie del calcio italiano. Ma Michelotti aveva la stoffa del fuoriclasse e quindi è stato promosso immediatamente in Serie A.
Nella massima serie del calcio italiano, ha arbitrato dal 1967 al 1981 fino al ritiro per motivi anagrafici. Ma il suo talento lo ha portato presto in Europa e nel Mondo, infatti è stato promosso come arbitro Uefa e Fifa dal 1973 al 1981.
Ha diretto 3 finali di Coppa Italia: Fiorentina-Milan (28 giugno 1975), Roma-Torino (17 maggio 1980) e ancora Torino-Roma (17 giugno 1981). Ha preso parte, come arbitro, alle Olimpiadi di Montreal del 1976.