ROMA – Silvio Berlusconi, Diego Della Valle e Maurizio Zamparini: sono tutti e tre imprenditori, sono tutti e tre proprietari di squadre di calcio e tutti e tre, in modo e da posizioni diverse, si occupano di politica. Per tutti e tre è un momentaccio, come a dire che per gli imprenditori del pallone non è aria, forse non è il tempo stare nell’agone della cosa pubblica.
Il caso di Berlusconi è il più evidente e conosciuto. Al calcio, stando a quanto scrive la Gazzetta dello Sport, Berlusconi sta meditando di tornarci. Dalla presidenza del Consiglio a quella (già ricoperta in epoca gloriosa) del Milan. Non esattamente una promozione. Ma i 308 voti ottenuti alla Camera martedì scorso, le pressioni dei mercati (il famigerato spread) e forse anche quelle di Giorgio Napolitano, lo hanno spinto a pronunciare una parola scomparsa dal suo vocabolario dal lontano 1994, la parola dimissioni.
Il caso di Diego Della Valle è invece il più complesso. Formalmente, infatti, il patron delle Tod’s non è né nel calcio né nella politica, visto che nella Fiorentina non ricopre alcun incarico ufficiale (è presidente onorario il fratello Andrea). In realtà Diego si occupa di politica (come dimenticare la pagina comprata su tutti i quotidiani per attaccare la classe politica, la sua presenza nei talk show televisivi, la sua amicizia con Luca Cordero di Montezemolo) e di Fiorentina. E il momento non è splendido: prima lo striscione “illustre ciabattino” dedicato alla proprietà dai tifosi, poi un allenatore (Mihajlovic) da esonerare per tumulti di piazza e risultati scadenti e infine, amara ciliegina, la condanna in primo grado per Calciopoli.
Infine Maurizio Zamparini. Il patron del Palermo ha scampato Calciopoli ma neppure per lui il momento non è dei migliori. E le disavventure iniziano proprio quando il presidente inizia a pensare a una sorta di discesa in campo in politica. E’ notizia di questi giorni la presentazione del suo “Movimento per la gente”, iniziativa anti-Equitalia che verrà presentata a Fiano Romano domenica 13 novembre. Discesa in campo di settore. Ma il trampolino di lancio non è dei migliori: Zamparini è incappato in una frase infelice sugli “avvocati ebrei” che avrebbero tentato un’estorsione sul caso del suo ex calciatore Javier Pastore. Prima ancora altri guai, stavolta giudiziari, per una storia legata a un centro commerciale a Benevento.
Per gli imprenditori con l’amore del pallone, forse, non è il momento migliore per dedicarsi alla politica.