La III Sezione del Tribunale di Palermo ha condannato l’Us Città di Palermo al pagamento di 9.385 euro, oltre alle spese legali e di consulenza tecnica, a favore di Alessio Biondo, ex calciatore della squadra Primavera che, in seguito ad un infortunio subito nel 2005, ha dovuto smettere di giocare.
”Il Tribunale – spiega Marco Favarò, legale dell’ex calciatore – ha riconosciuto che c’è stata una diagnosi errata ed una terapia inadeguata”. I fatti risalgono all’agosto di 5 anni fa quando Biondo, giovane e promettente difensore della Primavera allenata da Rosario Pergolizzi, che si trovava in ritiro a Casole Bruzio (Cz), inizia ad accusare problemi muscolari.
”Gli venne diagnosticato un semplice affaticamento – dice l’avvocato Favarò – quando in realtà si trattava di uno strappo muscolare. Da quel momento è iniziato un calvario: dopo un mese gli hanno fatto estrarre 4 molari, dicendo che avrebbe avuto vantaggi nella postura. Poi, gli hanno fatto riprendere gli allenamenti ed è addirittura tornato in campo per alcuni spezzoni di partita. Il 15 maggio 2006 il medico della societa’ lo ha dichiarato guarito. Ma evidentemente non era cosi”’.
Biondo, infatti, aveva subito una grave lesione muscolare della regione anteriore di entrambe le cosce. In seguito a quell’infortunio, il Palermo non gli ha rinnovato il contratto e la sua carriera e’ finita.
”Il Tribunale – prosegue il legale – ha riconosciuto il danno biologico e quello morale, mentre non ha riconosciuto il danno per la ‘perdita di chance’. Ma, in ogni caso, questa sentenza crea un precedente: c’è solo un caso simile, ma riguardava un calciatore professionista”.