CREMONA – Beppe Signori ha deciso di parlare. L’ex attaccante di Lazio e Bologna, ai domiciliari perché accusato di essere il leader del gruppo di scommettitori “bolognesi” nell’inchiesta sul calcio scommesse e le partite taroccate, ha deciso di rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari Guido Savini.
La decisione arriva a sorpresa nel primo pomeriggio di mercoledì 8 giugno proprio nei minuti che precedono l’ingresso di Signori in Procura. Fino al pomeriggio di martedì, infatti, sembrava certa la decisione dell’ex calciatore di avvalersi della facoltà di non rispondere. Poi, forse perché hanno già parlato altri due arrestati, il dentista Marco Pirani e il titolare dell’agenzia di scommesse di Pescara Massimo Erodiani, anche Signori ha deciso di parlare.
Secondo quanto detto martedì 7 giugno dal commercialista bolognese Manlio Bruni Signori era il contatto con gli scommettitori di Singapore, dove la ‘cricca’ del pallone giocava le partite combinate. Ed era sempre l’ex attaccante che teneva in casa la lista delle ‘regole’ da seguire per effettuare le giocate. Nell’ordinanza che ha disposto gli arresti Signori viene definito Il ”leader indiscusso”.
Davanti al Gip sempre Bruni ha parlato anche, e molto, di Signori e del modo in cui venivano effettuate le scommesse a Singapore, in modo da evitare i sospetti dei bookmakers italiani ed europei. Nel corso delle perquisizioni, scrive l’Ansa, sarebbe stata trovata proprio a casa di Signori una lista con le ‘regole’ che andavano rispettate per le scommesse. Regole che riguardavano sia gli italiani sia gli asiatici che giovavano sulle ‘dritte’ provenienti dal nostro paese. Quali? Ad esempio che ”in Asia si gioca soltanto nel momento in cui inizia la partita”. O che devono essere stabiliti chiaramente i giorni in cui le scommesse vengono pagate. Signori, di questo meccanismo, secondo il commercialista sarebbe stato il perno. Quello attorno al quale si muoveva il fiume di denaro transitato nello studio bolognese: 450mila euro in assegni li hanno sequestrati gli investigatori durante le perquisizioni. Ma gli inquirenti sono convinti che il volume di affari era ben piu’ elevato.
In sostanza, avrebbe ammesso durante l’interrogatorio Bruni, era proprio Signori l’uomo che teneva i contatti tra coloro che davano le ‘dritte’ – Erodiani, Bellavista – e i personaggi a Singapore. Questi ultimi non sono stati individuati, mentre e’ stato identificato l’intermediario tra Beppe e gli asiatici: un esperto di informatica e gran conoscitore del mondo delle scommesse. Al Gip, l’ex bomber dovrà spiegare anche questo.