ROMA – La bufera del calcio scommesse si abbatte sulla Lazio; dopo Lazio-Genoa, citata dall’ex giocatore Carlo Gervasoni come una combine riuscita grazie alla collaborazione di Stefano Mauri e un giocatore del Genoa attualmente al Padova (probabilmente Omar Milanetto), un’altra partita della Lazio finisce sotto inchiesta: Lecce-Lazio (per il video della partita clicca qui).
La Lazio ha agito tempestivamente attraverso l’ufficio stampa. ”La Lazio e’ completamente estranea alla vicenda calcioscommesse e registra la crescente indignazione dei propri tifosi per qualche titolo troppo strillato”. Stefano Di Martino, addetto stampa della societa’ romana, ribadisce a Sky la posizione del club in merito all’inchiesta di Cremona.
”La Lazio conferma e sottolinea l’estraneita’ dei propri dirigenti e dei suoi calciatori dalla vicenda calcioscommesse – ha detto Di Martino a margine della festa per i 112 anni della societa’ – Guardiamo quello che avviene e che esce dall’inchiesta di Cremona, registrando la crescente indignazione dei nostri tifosi”.
Di Martino ha spiegato che c’e’ ”un crescendo di telefonate indignate e di messaggi su Facebook da parte di sostenitori che leggono titoli strillati e una voglia di saltare alla gola di questa societa, che merita invece rispetto per la sua storia ultracentenaria”. Il “Fatto Quotidiano” racconta gli sviluppi della storia nell’inchiesta del calcio scommesse, che adesso potrebbe fare vittime eccellenti. Perchè c’è un ungherese pronto a collaborare con la polizia:
I protagonisti dell’inchiesta magiara sono gli stessi sui quali indaga la procura di Cremona: Taan Seet Eng – il capo di Singapore che regge la holding mondiale del calcioscommesse – e il gruppo degli zingari. Horbath ha ammesso ai magistrati ungheresi di appartenere alla stessa organizzazione.
E “in tale contesto – prosegue lo Sco – avrebbe fornito indicazioni circa l’alterazione della partita di calcio Lecce-Lazio del campionato 2010 – 2011, giocata a Lecce il 22 maggio 2011”. L’in – contro – ultimo della stagione – fu vinto dai biancazzurri per 4-2. IL LECCE festeggiò comunque la salvezza già conquistata, la Lazio mise piede in Europa League e – se il racconto di Horvath fosse vero – più di qualcuno incassò una bella cifra. L’incontro era già nell’elenco delle “partite sospette” e la pista ungherese, con la collaborazione di Horvath, potrebbe fornire un riscontro interessante, rafforzando la collaborazione tra le due procure: la banda di Taan Seet Heng ha agito su uno scenario globale e anche le indagini, ormai, assumono una dimensione internazionale.
E un riscontro è arrivato ieri, invece, dall’interrogatorio dell’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni:
Un dettaglio quasi banale che però racconta come, nella pratica, si potevano beffare i tifosi, alterare i risultati, manipolare le scommesse. Il 27 dicembre, Carlo Gervasoni, calciatore del Piacenza aveva parlato di un accordo tra Doni e il portiere piacentino Mario Cassano:
“Cassano m’invitò a dire a Doni che, qualora ci fosse stato un rigore a favore dell’Atalanta, lo tirasse centrale, in maniera tale da consentire al portiere di non pararlo buttandosi di lato. Incontrai Doni riportandogli quello che mi aveva detto Cassano. Accadde poi che, in occasione del primo rigore, Doni tirò e scelse una traiettoria centrale. Gli accordi con Gegic erano nel senso che avremmo dovuto perdere con due gol di scarto e il risultato, sia del primo tempo che finale, doveva essere l’1 in favore dell’Atalanta”.
Doni aveva già ammesso, nell’interrogatorio davanti al gip Guido Salvini, la sua partecipazione alla combi – ne di Atalanta- Piacenza, conclusasi con la vittoria atalantina, spiegando di aver agito solo per favorire la sua squadra e senza ricavare alcun personale vantaggio.