Rafa Benitez e’ gia’ il passato.
Il Mondiale per Club e un divorzio piuttosto elegante, in termini legali ed economici, aiutano a cicatrizzare le ferite e aprire subito la nuova era di Leonardo. Il brasiliano domani capira’ con quale staff tecnico potra’ lavorare, mercoledi’ sara’ presentato alla stampa, poi guidera’ il suo primo allenamento e in una settimana dovra’ preparare la sua nuova squadra per la rincorsa sulla sua ex, il Milan. Si comincia all’Epifania contro il Napoli, poi altre sei partite di campionato in un mese.
Il “traditore” Leonardo, intanto, prima ancora di iniziare a lavorare ha già ricevuto gli “auguri” dell’ex Josè Mourinho che ha invitato gli interisti a sostenerlo. Sincerità o scaramanzia? Il nuovo tecnico dell’Inter, per ora, incassa in silenzio.
E per Leonardo, in attesa della Champions League a febbraio, e’ praticamente obbligatorio migliorare la media di 1.5 punti a gara del suo predecessore. Rispetto a Benitez, l’ex allenatore rossonero ha almeno due vantaggi sulla carta: innanzitutto l’infermeria si e’ praticamente svuotata e il cambio in panchina puo’ ridare serenita’ a uno spogliatoio in subbuglio negli ultimi mesi. Non per questo sara’ semplice il compito del brasiliano che lo scorso anno ha scoperto presto quanto possa essere stressante allenare. Ha dimostrato pero’ di saperlo fare, districandosi fra tattica e rapporti con i giocatori. Funzionera’ all’Inter? Il primo passo e’ recuperare al meglio i vari Maicon, Milito, Julio Cesar e Sneijder. La preparazione con piu’ palla e meno palestra, ‘alla Mourinho’, dovrebbe fare piacere a Zanetti e compagni. Poi Leonardo deve sfruttare le doti di motivatore per fare riemergere la cattiveria agonistica e cancellare il terrore da infortunio che serpeggiava ultimamente nella squadra. E nelle ultime settimane si e’ pensato anche a richiamare in societa’ Lele Oriali, dirigente abile mediatore fra giocatori e staff tecnico. Infine all’Inter serve un’identita’ tattica precisa. Leonardo al Milan usava due consulenti (uno, Angelo Castellazzi potrebbe raggiungerlo) che studiavano gli avversari. Ma prima di tutto lavorava sull’atteggiamento (”conta piu’ dei moduli”, ama ripetere) della sua squadra. Da buon brasiliano, vuole che la squadra abbia il controllo del pallone, che ”ci pensino gli altri a rincorrerci e a togliercelo”.
Si ispira a Tele Santana, il ct della Selecao ai Mondiali del 1982 e 1986 che non vinse ma regalo’ spettacolo, con ”una leggerezza nel gioco che era un’opera d’arte”. Ha provato a riprodurla al Milan, con sorprendenti risultati a tratti, senza paura di cambiare idea, di innovare rischiando: prima i tre mediani, poi solo due con quattro giocatori offensivi con ampia liberta’ di agire. Come da giocatore non si impuntava per ricoprire questo o quel ruolo, da tecnico non si fissa su un modulo o su un altro: l’idea portante e’ trarre il meglio da cio’ che ha a disposizione.
Con Lucio e l’arrivo di Ranocchia Leonardo ha due difensori centrali di livello, essenziali come ultimo baluardo quando capita di sbilanciarsi. Serve spinta almeno su una fascia, e per questo e’ fondamentale che Maicon torni brillante. Sulla sinistra, l’idea di Leonardo e’ affidarsi a Zanetti, con Chivu destinato a fare la riserva dei centrali.
Cosi’ a centrocampo, al fianco di Cambiasso, ci sara’ piu’ spazio per i piedi educati di Motta e Stankovic, assieme o in alternativa. Far fruttare al massimo il potenziale di Eto’o e Milito sara’ il fine ultimo del sistema: Pandev dovra’ sudarsi il posto, e anche con Leonardo Sneijder avra’ in mano le chiavi della squadra. Insomma, non serve una rivoluzione di moduli e uomini: a Moratti basta rivedere presto la sua Inter il piu’ simile possibile a quella di maggio.