E’ dura separarsi dai gioielli di famiglia, quelli che quando li metti la gente ti guarda e dice: ”eppero’…”.
Eppure, la Sampdoria questo sta facendo. Vende, e sacrifica i pezzi migliori sull’altare del ‘rosso in bilancio’. Sembra che il presidente Riccardo Garrone abbia una lista da spuntare, una lista formata da tutti gli acquisti che in altri tempi – quelli del quarto posto in classifica, quelli del sogno Champions – il dg Beppe Marotta porto’ a termine realizzando una buona squadra agli ordini di un tecnico capace di cavar sangue dalle rape, Gigi Delneri.
Andato via Marotta, e licenziato il dg che lo sostitui’ Gasperin, la squadra ha cominciato a perdere i pezzi migliori: oltre a Cassano, la cui cessione gravata da piu’ di un sospetto di ‘alta ingegneria’ e’ altra cosa rispetto al normale mercato, sono stati venduti tra gli altri il giovane e bravo Marilungo, il mai compreso Fornaroli, e adesso si parla di dar via il ‘Pazzo’ Pazzini e fors’anche Ziegler. A Kiko Macheda, prestito di lusso con addio obbligato, e a Maccarone il compito difficilissimo di tirar su le sorti di una squadra che ha si’ gli stessi punti dell’anno scorso ma corre mille rischi in piu’. Se Pazzini partira’ (cosa che sembra ormai certa), Maccarone dovra’ assumersi l’onere dell’eredita’ di un bomber: come Pazzini, la punta ex Palermo e’ opportunista, e’ uomo d’area. Ha un carattere meno spiccato del ‘Pazzo’ ma puo’ crescere se supportato da Macheda.
L’ex diavolo rosso infatti, punta esterna di gran classe anche se giovanissimo, si muove moltissimo, fornisce ottimi assist e va a prendersi la palla anche sulla trequarti.
Anche la cessione di Marilungo potra’ avere le sue ripercussioni: giovane, punta esterna velocissima, vivace, era il simbolo dei giovani che il tecnico Di Carlo aveva il compito di far crescere. Andato anche lui, sacrificato sull’altare del ‘rosso’ societario. E la Samp, che gia’ ha perso le ali (Semioli non gioca da tempo, Mannini fa quello che puo’) deve contare su un tecnico come Mimmo Di Carlo, severissimo , precisissimo, che vuole il collettivo, che chiede dinamismo, che pensa come Delneri a una ‘squadra operaia’. Un tecnico che deve imparare solo una cosa: fare i miracoli con quello che ha. Intanto i tifosi si dicono ”spiazzati. Non sappiamo se il presidente cedera’ Pazzini perche’ ha sempre detto che non l’avrebbe lasciato andare mai, nemmeno a fine campionato. Vedremo – dice il leader dei Fedelissimi – ne parleremo tra di noi se qualcuno ci dira’ che l’hanno venduto”.
