Secondo Luciano Moggi “l’Inter non vinceva non perché c’ero io, ma perché sbagliava campagna acquisti”. L’ex direttore generale della Juventus ha parlato nel corso della trasmissione di Canale 5, “Matrix”, dedicata allo scandalo di Calciopoli.
Secondo l’ex dg bianconero, le fortune dell’Inter sono cominciate “quando hanno cominciato a prendere giocatori validi. Solo questo è il segreto. Stanno lavorando bene e se questo vuol dire avere potere, allora va bene”.
Poi Moggi ha affermato: “Credo che su di me la presunzione di innocenza è stata trascurata nonosntante sia un cardine della nostra costituzione”. “Su questo argomento non voglio provare nulla di particolare – le parole dell’ex direttore generale della Juventus – anche perché non ho mai detto la frase ‘tutti colpevoli, tutti innocenti’, me lo hanno fatto dire. Semplicemente hanno detto che non telefonavano e invece lo facevano tutti, ma siamo stati colpiti solo io, Giraudo e la Juventus”.
Nel corso dell’anteprima di ‘Matrix’ sono state fatte ascoltare due telefonate. La prima tra l’allora presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti, e il designatore arbitrale Paolo Bergamo in cui si parla di “regalini” da ritirare e dello “score” dell’arbitro Bertini con i nerazzurri. Nella seconda i protagonsiti sono invece l’ex vicepresidente Figc Innocenzo Mazzini e Franco Baldini, ex dirigente della Roma.
Nella telefonata tra Giacinto Facchetti e Paolo Bergamo si parla soprattutto dell’arbitro Paolo Bertini. Il presidente nerazzurro, dopo aver saputo che i 12 precedenti col fischietto sono in perfetta parità (4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte) chiede a Bergamo che il prossimo arbitraggio vada ad inserirsi dalla parte giusta, “quella delle V”. “Non ti preoccupare, glielo faccio capire io”, la risposta di Bergamo al numero uno dell’Inter.
“La telefonata di Facchetti – ha spiegato Moggi – dimostra che era un sistema che veniva portato avanti da tutti e nessuno diceva niente, anzi. Telefonavano tutti anche perché non era proibito, adesso invece è diverso”.
Moggi ha poi attaccato Attilio Auricchio, il colonnello che portò avanti le indagini su Calciopoli: “Ha preso i tabellini delle gare dalla Gazzetta dello Sport senza vedere le partite e ha fatto un processo sulla pelle delle persone. Farò di tutto per difendere Pieri, Dattilo, Cassarà, poveri diavoli che non hanno fatto niente”.