ROMA – L’ultima notizia battuta dall’Ansa è che Unicredit avrebbe intenzione di trattare la cessione della As Roma solo ed esclusivamente con la cordata americana capeggiata da Thomas DiBenedetto. L’agenzia la batte poco dopo le 18, cita fonti finanziarie, e precisa che mancano conferme ufficiali da parte dei diretti interessati.
Si tratta, quindi, di una notizia da prendere con le molle, anche perché, sul fronte della cessione della Roma, quello che ha dominato il campo, fino ad ora, sono stati i silenzi e le bugie. Si attende, ora, il comunicato di Italpetroli. Difficile, però, attendersi rivelazioni: c’è la Borsa, c’è la Consob, e ci sono, soprattutto, da evitare nuovi scivoloni come quelli del Fondo Abaar.
Rosella Sensi, uscendo dal vertice di oggi pomeriggio, si è limitata ad un’informazione non esattamente sconvolgente: “Mi dispiace per il pareggio di ieri sera con il Brescia”. Vero. Peccato che tutti lo avevano già capito ieri sera e che il punto all’ordine del giorno oggi fosse un altro.
L’uscita di scena del Fondo Abaar è forse il simbolo di una trattativa che ha un qualcosa di surreale in tempi, modi e strategie di comunicazione. Qualcuno ha messo in giro, in modo scientifico, la voce che una delle cinque offerte fosse proprio del Fondo arabo. L’ha fatto in modo scientifico perché la stessa informazione, falsa, è risultata a tutti i giornalisti che hanno attinto a fonti diverse.
Il risultato percepito dal mercato, per due giorni, è stato che gli arabi c’erano. Il titolo si è impennato (tanto) ed è sceso (molto meno) dopo la smentita di Abaar. Il sospetto che la bugia sia stata raccontata da qualcuno per qualche motivo ben preciso è lecita. Mettiamoci anche il fatto che Abaar ha più o meno il 5% di Unicredit. Un incastro complesso in cui è difficile capire come siano andate effettivamente le cose.
A proposito di “fluttuazioni strane” in borsa, nel pomeriggio di oggi si è costituito in Svizzera Volker Flick, l’altro accusato insieme a Vincio Fioranelli, di aggiotaggio proprio in un fumoso tentativo di acquisto della Roma quando la società era ancora di proprietà di Rosella Sensi.
Con il mandato agli americani, che con Unicredit hanno firmato un pre-accordo, uscirebbero di scena gli altri quattro offerenti a cominciare da quel Giampaolo Angelucci tanto inviso ai tifosi. Fuori anche la cordata francese, definita folcloristica (ma a questo punto è lecito chiedersi da chi) al momento della presentazione dell’offerta e difesa oggi dall’ex calciatore della Roma Vincent Candela. Fuori, infine, i due oggetti misteriosi: gli arabi-americani e quelli di cui si sa solo che non sono Abaar. Sempre che sulla vicenda non ci stiano raccontando l’ennesima bugia.