ROMA – Un video inedito degli istanti prima della morte di Ciro Esposito è stato mostrato al processo che si sta tenendo nell’aula bunker di Rebibbia per la morte dell’ultras napoletano, ferito da alcuni colpi di pistola il 3 maggio 2014 prima di Napoli-Fiorentina – finale di Coppa Italia giocatasi a Roma – e morto in ospedale il 25 giugno dello stesso anno. Secondo l’accusa a sparare sarebbe stato l’estremista di destra Daniele De Santis, conosciuto come “Gastone”.
Nel video, pubblicato dal Corriere del Mezzogiorno, si vede un gruppo di tifosi e ultras napoletani correre nella direzione dalla quale proviene del fumo e si sente lo scoppio di un petardo. Fra i napoletani, secondo l’avvocato della famiglia Esposito, Angelo Pisani, ci sarebbe anche Ciro, con uno zainetto arancione. Poco dopo si sentono quattro colpi di pistola: il poco tempo trascorso fra l’apparizione di Ciro e il rumore degli spari proverebbe che Esposito non avrebbe potuto aggredire De Santis. Riporta Antonio Scolamiero sul Corriere del Mezzogiorno:
Ecco il video proiettato martedì 27 ottobre nell’aula bunker di Rebibbia dove si è celebrata un’udienza del processo a carico di Daniele De Santis per l’uccisione di Ciro Esposito. Nelle immagini l’attacco con bombe carta ai pullman dei tifosi napoletani che si recavano allo stadio per la finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina.
Ad un certo punto si nota un gruppo di supporter partenopei che intervengono per difendere i passeggeri spaventati. Nel video ripreso con un telefonino si sentono chiaramente 4 detonazioni: sono i colpi di pistola esplosi da “Gastone” contro i napoletani; colpi che ferirono Ciro Esposito, poi morto dopo oltre 50 giorni di ricovero in ospedale.
L’udienza nel corso della quale è stato mostrato il filmato si è tenuta nell’aula bunker di Rebibbia a Roma. Imputato è Daniele «Gastone» De Santis (non presente), accusato dell’assassinio di Ciro. Nel corso del processo è stato ascoltato l’ex capo della Digos della Questura di Roma, Diego Parente. Il funzionario ha sostanzialmente confermato che quel giorno al momento dei tafferugli erano presenti 4 aggressori, tutti ultrà della Roma, che sono poi fuggiti di fronte alla reazione dei tifosi napoletani, e hanno lasciato solo De Santis. Sono tante le domande che i due pubblici ministeri Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio hanno rivolto a Parente. «È emersa – ha detto il poliziotto – la possibilità che tre persone con il volto travisato, pur non avendo avuto un ruolo attivo, avrebbero spalleggiato Daniele De Santis».
La presenza di almeno tre persone al fianco di De Santis, nel corso degli scontri scoppiati nel prepartita, come detto, è avvalorata anche dalle indagini svolte dall’accusa, che hanno portato al ritrovamento di un giaccone e di un mazzo di chiavi in un campo incolto, situato nei pressi del Ciak Village, che sarebbe servito da via di fuga per i tre. A sostegno di questa ipotesi, inoltre, ci sarebbe la testimonianza di un militare che, dalla sua postazione nella caserma dei Carabinieri, posta a poca distanza dal teatro degli scontri in viale Tor di Quinto, avrebbe visto un gruppetto di persone allontanarsi. Attraverso lo stesso campo, i tre sarebbero poi arrivati sulla tangenziale, all’altezza del viadotto Fleming. L’ex capo della Digos ha poi riferito in aula di voci che sono circolate dopo l’avvenimento e che vedeva protagonisti proprio i tre soggetti poi fuggiti via. Parente ha detto che «stando a fonti confidenziali» le tre persone sarebbero state sottoposte a una sorta di processo da parte del tifo organizzato romanista» che avrebbero rimproverato ai tre di non avere «difeso e spalleggiato a dovere De Santis». Un dettaglio che non trova per il momento conferme e riscontri, e che se fosse vero sarebbe inquietante.