
“La Coppa Rimet è il Santo Graal del calcio. Forgiata con due chili d’oro nel 1929 per ordine di Jules Rimet è il simbolo di vittoria del calcio mondiale fino al 1970. Oggetto del desiderio conteso fra fanatici criminali e investigatori, misteriosi collezionisti e semplici delinquenti a caccia di oro”. Si legge così nelle note di regia del documentario ‘Rimet. L’incredibile storia della Coppa del Mondò di Lorenzo Garzella, Filippo Macelloni e Cesar Meneghetti che sarà al Festival cinematografico di Taormina (12-18 giugno) il 14 giugno.
Le vicende di questo oggetto che unisce un valore reale, sicuramente inferiore a quello sportivo, attraversano infatti tutto il XX secolo: dalla Parigi della Bella Epoque alla Roma di Mussolini, dalla City di Londra ai bassifondi di Rio de Janeiro. Nascosta in una scatola da scarpe durante la II Guerra Mondiale, rubata e ritrovata da un cane in un cespuglio nel 1966 e poi sparita ancora nel nulla nel 1983. Questo è ciò che racconta il documentario prodotto da Daniele Mazzocca e Pier Andrea Nocella e distribuito da Rai Trade.
Girato tra Brasile, Inghilterra, Spagna, Italia, Uruguay ed Argentina il film racconta – attraverso ricostruzioni filmate, materiali d’archivio ed interviste a testimoni ed esperti – le rocambolesche e misteriose vicende del Trofeo Jules Rimet, dall’inizio del Novecento ai giorni nostri. Insieme a protagonisti del calcio internazionale come Carlos Alberto Torres, Joo Havelange, Gary Lineker e Jorge Valdano e con l’aiuto di esperti, storici, scrittori e giornalisti quali Marthin Atherton, Pierre Lanfranchi, Kevin Moore, Darwin Pastorin, Alberto Cerruti, Wilson Aquino, Roan Johnson e Mauro Betting il documentario, proprio alla vigilia dei mondiali del Sudafrica, ricostruisce la storia di questo trofeo rivisitando alcuni luoghi delle vicende ed incontrando i testimoni ancora viventi che ci aiutano a fare luce sul mistero della Coppa e sulla presunta maledizione che avvolge il trofeo e che ha colpito molti dei protagonisti di questa storia.
La leggenda della maledizione della Coppa Rimet deriva dal fatto che la quasi totalità delle persone coinvolte nei furti di questa coppa morirono in circostanze particolari, compreso il cagnolino che la ritrovò e si strangolò col proprio guinzaglio.