Non si capisce se questa tattica di affondare tutte le concorrenti alla retrocessione con lo stesso criterio di severità agonistica e tecnica sia stato approvato dalla caldissima tifoseria genoana. Molti supporters rossoblù hanno addirittura seguito più le partite della Samp per gufare un risultato negativo che coccolato i propri beniamini, tranquilli a metà classifica. Una delle firme più più importanti de “Il Secolo XIX”, Stefano Tettamanti, che tiene una rubrica intitolato “Vecchio Balordo”, ha addirittura indetto un referendum il cui quesito, rivolto ai genoani, era: da uno a dieci quanto volete che la Samp retroceda. Risultato: un plebiscito di dieci e anche di quindici…..
La atmosfera si è talmente caricata che non solo la improvvida Marta Vincenzi è intervenuta a quel modo, ma ci sono state riunioni e vertici in prefettura e in Questura per studiare se l’orario del match di domenica, previsto in notturna alle 20,45 con Sky e i diritti televisivi pronti a esaltare l’evento, fosse il più congruo.
“Non sarà un rischio giocarla di sera, lasciando tutta la giornata libera ai possibili violenti per scorazzare in città, intorno alla stadio? Non sarebbe meglio giocare nel pomeriggio o addirittura alle 12,30 per smorzare i cattivi pensieri?” – si sono chiesti i tutori dell’ordine, probabilmente aizzati anche dalle iniziative fuori corso della signora sindaco.
Ha prevalso il buon senso: la partita si gioca nell’orario notturno, alla fine di una calda domenica di maggio. La signora sindaco non andrà allo stadio. Il match, che tra l’altro si disputa in casa del Genoa, quindi con un pubblico prevalentemente rossoblù in uno stadio che sarà esaurito, intorno, quindi, ai 40 mila spettatori. “Non vi salverà neppure Padre Pio” – hanno scritto sui muri della città i genoani.
I sampdoriani sono andati in ritiro a Novi Ligure, per stare più vicino alla residenza del loro presidente, il petroliere Riccardo Garrone, che vive blindato a Grondona, un paesino dell’Appennino Ligure, e che sta soffrendo il rapido cambio di prospettiva della sua squadra: avevano incominciato il campionato disputando anche la Champions League, dopo il quarto posto conquistato l’anno passato e lo concludono appesi al derby. La più difficile, ma anche la più imprevedibile, di tutte le partite. A meno che non finisca in un pareggio, quello maldestramente auspicato dalla signora sindaco con la sua entrata a piedi uniti.