Due giorni per smaltire i fumi della rabbia e per sopire la collera dopo la ‘figura del cavolo’ fatta dall’Inter a Brema: Massimo Moratti riflette, soppesa le parole e solo a fine giornata varca il portone di casa e affida ai cronisti un messaggio schietto e semplice per Rafa Benitez.
Così proprio non va: per lo spagnolo il Mondiale potrebbe essere l’ultimo appello. Ma vincere potrebbe non bastare. Il rapporto Moratti-Benitez sembra giunto al capolinea, un sodalizio ormai dal respiro corto. Questione di feeling, ma soprattutto di risultati.
Sconfitte, infortuni, guai di ogni tipo: un mix letale pure per un elefante.
Forse si poteva intervenire prima, ora meglio soprassedere: Moratti riconosce che questo non è il momento giusto per ‘procedere’. Tocca attendere l’esito del Mondiale per Club, evitando di creare ulteriori traumi alla squadra in partenza. Il presidente è sorpreso dalla batosta in Champions, si sente tradito dopo la pesante sconfitta contro i tedeschi del Werder (3-0) e traccia i difetti per lui dirimenti della gestione Benitez: poco carattere e scarso sostegno psicologico al gruppo.
”Non voglio creare problemi né prima, né durante il Mondiale – dice Moratti – poi vediamo. Benitez deve avere carattere, perche’ altrimenti non si vince un Mondiale per club”. ”Tiriamoci su di morale – aggiunge in segno di autoconvincimento – perché c’è un appuntamento importante. Lo abbiamo sentito e siamo stati piu’ prudenti del solito. Ci vuole un grosso supporto psicologico affinché i giocatori riprendano a fare quello che facevano prima”.
”Benitez – è il ‘consiglio’ presidenziale – deve tenere in mano la squadra e fare in modo che tutto funzioni come un orologio”. Secondo Moratti non è un ultimatum. Eppure vale il detto ‘intelligenti pauca’, in italiano ‘a buon intenditor poche parole’.
Il Mondiale è iniziato e per i nerazzurri il cammino è tutto sommato semplice: a impensierire l’Inter c’è solo l’Internacional di Porto Alegre.