ROMA – Mario Pescante è “l’uomo giusto per tutte le stagioni”: è questa la definizione data da Giulia Zonca su La Stampa per il neopresidente del Comitato promotore delle Olimpiadi di Roma 2020. Pescante è da sempre l’uomo delle emergenze, quello tirato in ballo quando ci sono eventi sportivi da sponsorizzare. Nel suo passato c’è anche qualche “ombra”, come denunciato dal segretario dei Radicali, Mario Staderini: “Montezemolo, Pescante, Carraro sono le stesse persone che hanno fallito con Italia ’90”. Oppure, come scritto su La Stampa, lo scandalo doping che travolte il Coni quando lui era presidente (e che lo costrinse alle dimissioni).
Il curriculum di Pescante parla chiaro: “vicepresidente e ministro degli esteri del Comitato olimpico internazionale, commissario straordinario dei Giochi del Mediterraneo di Pescara, supervisore dei Giochi di Torino 2006, presidente del Coni ai tempi dell’ultima candidatura romana alle Olimpiadi (1997)”.
Secondo la Zonca, se da un lato è “un limite per l’Italia che evidentemente non ha tanti uomini su cui contare”, dall’altro è una carta da sfruttare, perché “Pescante è una delle personalità più forti dentro al Cio (Comitato Olimpico Internazionale”.
Pescante, ricorda la Zonca, è noto anche per le sue uscite non proprio banali. Quando Roma fu sconfitta da Atene nella corsa alle Olimpiadi del 2004, lui disse: “Dovevo essere io a cercare i consensi”. Il Coni viene travolto dallo scandalo doping, inchieste insabbiate e giudizi dubbi, e Pescante è costretto a lasciare la poltrona. Non ha alternative visto il pantano dentro cui sta, però trovare qualcuno che molli e accetti le responsabilità è difficile.
Quando fu dirottato a Torino per seguire i Giochi invernali, sottolinea la Zonca, “firmò il successo con un’altra frase ad effetto: «Ho azzerato i vertici, ho messo ordine», salvo poi calmare gli indignati «non volevo offendere nessuno»”.
Fatto sta che la nomina di Pescante per Roma 2020 ha suscitato parecchie polemiche a livello politico: mentre il Pdl ha difeso compatto la scelta. Dall’opposizione, oltre al già citato Staderini, si sono levate voci critiche dal Pd. Giovanna Melandri ha detto che “è stato scelto un altro uomo di parte”. Giovanni Lolli, che nel Pd ha la delega allo sport, ha aggiunto: “Le condizioni poste da Montezemolo (l’altro candidato che ha rifiutato) erano assolutamente logiche e rappresentavano l’unico possibile collante politico. Così il governo rischia di far morire ancora prima di essere lanciata ufficialmente”.
L’unica voce fuori dal coro, tra i democratici, è stata quella di Sergio Chiamparino: il sindaco di Torino ha infatti voluto ricordare i successi ottenuti da Pescante in occasione delle Olimpiadi invernali.