Il ministro dell’Interno Roberto Maroni annuncia una serie di nuovi correttivi per combattere la violenza negli stadi. Non solo tessera del tifoso, quindi, ma anche anche accorgimenti di sostegno per contrastare un fenomeno che, dopo qualche anno di calo, è apparso in preoccupante aumento nell’ultima stagione sportiva. Maroni, poi, non ha risparmiato nuove critiche al calciatore della Roma Daniele De Rossi che si era detto contrario all’introduzione della tessera del tifoso.
Parlando in una conferenza stampa in cui era presente anche il capo della Polizia Antonio Manganelli Maroni ha annunciato che dalla prossima stagione saranno presenti più steward e migliorerà il loro addestramento. Nella seconda parte dell’ultimo campionato, ha spiegato Maroni, “c’é stata un’inversione del trend che dall’omicidio Raciti in poi aveva portato ad una costante diminuzione degli incontri di calcio con feriti. Nell’ultima stagione questi ultimi sono infatti aumentati del 20% circa e ciò ci porta ad introdurre dei correttivi: se c’é qualcuno che vuole fare violenze, trova il modo di aggirare i dispositivi che quindi vanno aggiornati”.
Maroni si è poi augurato che ” entro la fine della legislatura possa essere approvata la legge sulla privatizzazione degli stadi: dal punto di vista della sicurezza avrebbe ricadute molto positive”. Secondo il ministro, infatti, “dare gli stadi alle società sette giorni su sette significa anche garantire un maggiore controllo, che ora non c’é”.
Duro, invece, il giudizio sulle dichiarazioni di De Rossi che secondo il ministro “meritava molto più di una censura”. “Alcuni politici – ha osservato Maroni – che quando parlò De Rossi hanno chiesto che non si censurasse la sua uscita avrebbero fatto bene a stare zitti, perché quelle parole meritavano molto più di una censura”.
Dopo il ministro ha preso la parola il capo della Polizia. Secondo Manganelli la tessera del tifoso non ha “fini miracolistici”, “é solo una delle misure adottate”: è “un’azione a favore dei tifosi” e delle società di calcio, che sono aziende ma “non conoscono i propri clienti”. “Le società – ha spiegato – sono quotate in borse, hanno fini di lucro, ma non conoscono la loro clientela”, i tifosi. “Alcune società di altri Paesi – ha concluso Manganelli – si sono organizzate con tessere di fidelizzazione proprio per sapere chi sono i loro tifosi, cosa gli serve e cosa gli interessa”.
