ROMA – E’ il minuto 43 del secondo tempo e i sogni dell’Inter di tenere il passo del Milan sbattono e si infrangono contro la traversa
della porta difesa da Gigi Buffon. Eto’o tira a botta sicura da pochi metri e centra in pieno il legno. La Juve è allo stremo ma il fortino regge e i bianconeri, grazie a un gol di Matri al 30′ del primo tempo, portano a casa i tre punti.
Finisce 1-0, con Matri acciaccato che gioca 15 minuti fasciato e immobile ma per poco non trova il due a zero. Finisce con la rimonta dell’Inter che si ferma in casa dell’odiata Juventus. La classifica dice che i punti dal Milan rimangono otto, tanti anche con una partita da recuperare.
Sabato, infatti, il Milan aveva annientato 4-0 il Parma (a segno Seedorf, Cassano e due volte Robinho). Il Napoli gli ha risposto subito, l’Inter, invece, ha steccato la partita più importante da quando sulla panchina siede Leonardo.
La squadra della settimana, senza offesa per Juventus e Milan, è però il Napoli. Vince a Roma (dove nessuno era riuscito nell’impresa) con l’autorevolezza di una grande, soffre pochissimo e controlla il campo. E Cavani continua a segnare e a giocare da fuoriclasse. I punti dal Milan sono ancora tre, ma sta ricominciando la Champions, e il Napoli potrebbe approfittare di qualche passo falso dei rossoneri.
Hanno il sapore della Champions League le vittorie della Lazio (2-0 in casa del Brescia) e dell’Udinese (3-0 a Cesena). I biancocelesti danno l’impressione di aver superato una fase difficile dal punto di vista fisico e hanno in Kozac (gol senza esultanza alla sua ex squadra) un’alternativa di livello. E pensare che doveva andare via a gennaio. Misteri. I friulani sono tra le squadre che giocano meglio, Di Natale segna con una regolarità impressionante. Eppure mister Guidolin fa capire di non credere al quarto posto, dice “è difficile”. Si spera sia pretattica.
E’ notte fonda, invece, a Roma lato giallorosso. La sconfitta col Napoli, netta soprattutto sul piano del gioco, ha il sapore della resa senza condizioni. A Trigoria il clima è pessimo, i tifosi contestano Ranieri e la squadra non dà la sensazione di seguirlo. Verrebbe da pensare che il tecnico rischia l’esonero. Ma per cose simili ci vuole una società. E quindi non se ne farà nulla. Due dettagli: in settimana girava la voce di Ranieri in odore di rinnovo. Chi lo decide? Soprattutto: perchè?. Mercoledì arriva lo Shaktar Donetsk e il tecnico di Testaccio non gronda esattamente fiducia: “Eravate contenti quando è uscito questo sorteggio, ora vedrete”. Il primo caso di “auto-minaccia” della storia.
Notte meno buia, ma persino più tempestosa a Palermo. I rosanero perdono in casa (2-4) con la Fiorentina e vedono allargarsi il divario dal terzo posto. A prenderla peggio di tutti è il presidente Zamparini, scatenato contro Delio Rossi. Zamparini, è noto, di solito le partite non le vede (“soffro troppo”). Oggi se n’è andato a visitare un carcere tornando in tempo per vedere gli ultimi minuti allo stadio e arrabbiarsi con Rossi per la difesa non all’altezza. Il tecnico, però, non fa una piega: “Con lui non ho litigato (piccola bugia), oggi abbiamo perso perché siamo una buona squadra e non dei fenomeni (verissimo)”.
In casa Fiorentina, invece, qualcosa sembra finalmente essere cambiato. Si è rivisto in campo Adrian Mutu, e in un campionato come questo non è poco. I viola sembrano in crescita e forse, per tentare un assalto a un posto in Europa League, non è troppo tardi.
Punti e ossigeno per la contestata Sampdoria di Garrone che batte 3-1 un Bologna insolitamente dimesso. Ai blucerchiati bastano 14 minuti per farne tre e poi rilassarsi. Basta un tempo, invece, al Cagliari per sbrigare la pratica Chievo. Matri o non Matri i rossoblù segnano e sono già a 35 punti, più vicini all’Europa che alla zona retrocessione.
In coda, la notizia di giornata è il primo punto del Bari dopo sei sconfitte consecutive. Punto che serve a poco ma che dà un minimo di morale al corso di Bortolo Mutti. Quella col Genoa, unico 0-0 in una giornata piena di gol, si guadagna di diritto il titolo di partita più brutta della domenica. Preziosi continua a cambiare giocatori e allenatori ma la sensazione è che il “giocattolo”, stavolta, non sia venuto benissimo.
Male, come detto, il Brescia, malissimo il Cesena. Qui la situazione è particolare: la squadra può ancora salvarsi, ma la sensazione, almeno quella dei tifosi che oggi hanno contestato bruciando le bandiere, è che nel mercato di gennaio ci si sia indeboliti. A guadagnarci più di tutti, a conti fatti, è stato il Catania (3-2 al Lecce) e sorpasso in classifica. I pugliesi a 10 minuti dalla fine erano avanti 2-1 e non sono i primi punti che buttano nella fase finale delle partite.